sabato 12 ottobre 2019

A TE CREDO




Chi può comprendere, se non l'ha provato, lo sconvolgimento e gli alti e bassi di un qualcosa che lascia il segno?
Segni importanti, già visibili all'esterno che turbano e molto spesso spiazzano, costringendo a cercare le parole, giuste e necessarie in certi casi, perché il silenzio altrimenti farebbe da cornice al disagio.
E non è finita... perché le emozioni sono infinite.
A te credo... ha esordito una paziente con gli occhi umidi... e credo pure a lui. Si riferiva al mio giovane collega di stamani, dopo aver sentito che era stato malato.
Piccola, "sottile" in tutto, dal fisico ai lineamenti, persino con le parole, dolci e taglienti come il filo del rasoio.
Chi non ha provato, non sa e non può sapere. Al massimo potrà immaginare.
Hai ragione... ho replicato, e quasi a cercare inconsapevolmente supporto, ho rivolto lo sguardo a lato, verso il collega. I giovani hanno la forza dei "pochi anni", poteva reggere il "carico" di entrambi.
Chi non ha provato, non sa e non può sapere.
È arduo come pregiudizio da smentire. E vale comunque la pena tentare. Si ascolti allora con la pazienza di Chi accoglie e cerca di capire... e poi continuare con capitoli diversi di storie già ascoltate.
Perché troppe sono le certezze in meno, pure se compensate... a pensarci bene... da tanta tenacia in più.
Una forza tra i margini sottili di un foglio bianco.

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