domenica 28 luglio 2019

SOPRAVVIVENZA AD EFFETTI SPECIALI


E proprio oggi sono nove anni da quando cominciai, prima timidamente e poi sempre osando, con il mio "blog".
CONTINUARE A...
Perché non doveva mai finire, come la mia vita, non subito almeno. Avevo ancora un numero indefinito di cose da fare.
Così partendo da note appuntate lì su un diario quasi tentativo di urlare sottovoce, presi quella strada... un blog oltre la sopravvivenza.
E col tempo ha superato le mie stesse aspettative.
É stato terapeutico... aiutandomi nel cambiamento che ha fatto di me una persona nuova attraverso un processo di elaborazione dell'evento.
É stato socializzante... portando ad una "conoscenza" virtuale ma reciproca con molti dei miei "lettori fissi", in un confronto che si è rivelato anche grande ricchezza.
É diventato informazione. Certo grandi pretese non ha mai avuto, non sa di "scienza", non sono io una "luminare" o anche un "semplice medico", e nemmeno un'infermiera. Solo "una paziente", magari un po' sopra le righe, che si guarda dall'esterno e trae le sue conclusioni.
Quando fece la sua comparsa il tumore, ancor prima di esserne certa e avendo intuito ma non accettato la gravità della cosa, mi sentii disperata. Cominciai a cercare ovunque notizie sui sintomi... le terapie... le aspettative di guarigione. Ma più cercavo e trovavo... tanto più piangevo leggendo... fino a rifiutare la realtà, presa com'ero da un vivo senso di nausea. Questo perché l'argomento era trattato in modo freddo, schematico. Cause... sintomi... terapie... effetti collaterali... percentuali di decessi... SOPRAVVIVENZA! Soprattutto questo termine mi sconvolgeva, perché si contrapponeva in modo forte al suo contrario, come fosse concessione.
Così chiudevo tutto, occhi compresi e il cuore con un balzo saliva in gola.
Quando poi cominciai la "mia" avventura nel blog, dietro l'effetto di una forte spinta reattiva, sentii la necessità di parlare della malattia "in toto", sotto ogni aspetto... e siccome già tutti anzi troppi, "forum" compresi, lo facevano in modo "scientifico", io avrei fatto poca "scienza" e tanta "storia". Perché di Storia si tratta quando si parla di sofferenza... e non solo fisica, di anime... che non sono solo spirito, di Vita... che non è lo scorrere senza senso del tempo nell'esistenza umana.
In tono "discorsivo", a tratti "narrativo" avrei raccontato la "mia storia", uguale a tante altre, e il sentir parlare di cancro avrebbe fatto meno paura. Almeno ci speravo ma, sinceramente... in cuor mio ci credevo.
Ora al traguardo dei nove anni, sarò riuscita in qualche parte? Si e no, ma non c'è problema. C'è tempo.
CONTINUARE A... è nato per non morire.

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