venerdì 26 luglio 2019

DALL'ALTRA PARTE... CAREGIVER


Che cosa accade poi, quando ci si trova dall'altra parte non come paziente ma caregiver, della propria madre ad esempio. Medico e caregiver, sa tutto e di più, mentre Lei, la madre può avere reazioni o atteggiamenti diversi. Consapevole ma rassegnata al proprio destino già dall'inizio. Volutamente "ignorante", meglio non sapere, e sarà quel che sarà. Informata dei fatti ma decisa a prendere la cosa con ottimismo e fiducia, della serie... meglio a me che non ad uno dei miei, ché io so come viverla.
Nella famiglia di un malato oncologico c'è sempre un componente che si fa carico più di altri della cura, è il cosiddetto caregiver primario, che spesso paga questo ruolo a caro prezzo, soprattutto a livello emotivo, ancor di più se è "un medico in famiglia". Coinvolto per affetto, non deve comunque difettare in lucidità, sempre pronto ad intervenire quando c'è da prendere decisioni significative. Un piede dentro e l'altro fuori, costretto a non perdere mai l'equilibrio.
Dall'altra parte, caregiver e in questo caso l'inversione del ruolo assume un altro aspetto, non solo "madre/padre della propria madre, compito già difficile, ma pure medico di Chi si ama per natura, dall'inizio della vita, punto fisso di riferimento, che inconsciamente si sente non dover perdere mai. Una sorta di "eternità fittizia", un appoggio tenuto stabile dall'illusione. Arriva quindi la malattia, qualcosa vacilla, e si sente venir meno il terreno, ma la professione impone e non ci si può permettere il dolore né momenti di cedimento. Così... sorriso per evitare un commento di troppo, sguardo intento al giocherellare col ciondolo di un braccialetto, per fingere l'indifferenza che in fondo rassicura e in realtà per non morire dentro.

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