martedì 16 luglio 2019

PARE UNA FAVOLA...


... e forse lo è.
Al solito è molto tardi, mentre scrivo Bijou, la cagnolina di mia figlia sta sognando sdraiata sul divanetto che avremmo dovuto rottamare, l'ha eletto "cuccia preferita" e quindi... come non detto... resta lì, per tutte le volte che la pelosetta viene in vacanza da Noi.
Beauty, la mia chihuahua, è di là, dorme anche lei, dopo una giornata intensa, interamente impegnata a tener d'occhio l' "amica per forza", perché come si suol dire, per non perdere la partita l'avversario è meglio farselo amico. Ci fu tra loro un inizio burrascoso, ora si cercano e si tollerano, evitandosi cordialmente.
Insomma, passeranno pure 'ste vacanze e tornerà la normalità, anche se sono certa poi rimpiangerò questi giorni di "stalkeraggio" canino. Perché comunque amo gli animali in generale e adoro i cani, sempre presenti nella mia vita fin da bambina. Hanno segnato le varie tappe di crescita, gioiosa compagnia durante il percorso, dolore profondo al momento del distacco.
Racconterò di una cagnolina in particolare, Betty a me legata in maniera speciale, in sintonia a tal punto da capire ogni mio malessere ancor prima che si manifestasse.
Era l'affetto tutto mio, tanto mi aveva dato nei suoi tredici anni di vita, serenità e infinita dolce tenerezza. Si ammalò lo stesso giorno in cui comparve il mio tumore, un'antivigilia di Natale di un po' di anni fa.
L'età avanza per tutti ed io all'epoca cominciavo a pensarci in maniera insistente, troppo insistente tanto da vivere una sorta di inquietudine.
Anche per Betty il tempo scorreva inesorabile e gli anni la rendevano piu' vulnerabile, soggetta negli ultimi tempi a sempre piu' frequenti episodi di raffreddore e catarro. Ma ne aveva vissute tante di batoste ben piu' gravi e le aveva tutte superate con una tempra d'acciaio, una voglia di vivere quasi incomprensibile per un esserino cosi' piccolo, delicato, fragile come una statuina di vetro soffiato. Tutti dicevano che era il mio amore a tenerla su, a renderla piu' forte, a darle tante motivazioni di vita, e forse era anche vero, ma per me quello che provavo per lei non era mai abbastanza, in confronto al suo amore incondizionato, a quel legame non a pieno comprensibile.
Mancavano tre giorni a Natale, ed era stato piuttosto freddo, per questo non restai tanto impressionata quel mattino nel vedere Betty tremare con gli occhi socchiusi. Non toccò cibo per tutto il giorno... pazienza, avrebbe mangiato la sera, pensai. Ma quella sera Betty cominciò ad ansimare, emettendo un rantolino che non faceva presagire nulla di buono. Preoccupata, pensai che il giorno dopo l'avrei portata dal veterinario che mi avrebbe rassicurata come sempre ed io sarei tornata a casa con la mia gioia tra le braccia. Così pensavo... speravo.
(continua)

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