domenica 7 luglio 2019

IL "CORREDO" GIUSTO




Quante volte ho pensato non essere proprio giusta, idonea a quel che faccio. Poi, forse per consolarmi, affondo nei ricordi e trovo in verità questa cosa antica, talmente vecchia che risale ai tempi della scuola, per cui mi ritrovai in seguito con un diploma, una "bozza" (leggi: aspirazione) di laurea, e un bel po' di rimpianti.
Bastava un intoppo, una difficoltà e mi attribuivo inadeguatezza e poca grinta, me ne convincevo e gettavo la spugna.
Oggi molto è cambiato, la malattia mi ha forgiato e permesso che restassi in campo, ché mettessi a frutto ogni momento di disagio e sofferenza per trasformarlo in un lungo periodo di serenità per me e di rimando per Altri. 
In linea generale questo avviene, ma ogni tanto capita il "giorno no", magari solo perché indosso l'abito sbagliato o almeno così credo, e focalizzandomi sul "non problema" perdo di vista "privilegio" (mio) e "dono" ad Altri che in me generosamente ripongono la speranzosa aspettativa.
Ovviamente non si tratta solo di abbigliamento, ci sono pure questioni irrisolte che riemergono dal passato, un profumo, una melodia, una propria immagine mai accettata e solo sopita. Senza dubbio non il giusto corredo per approcciare al dolore e cercare di alleggerirne un momento. Converrà riporre quell'abito per altre occasioni e fare "tabula rasa" di tutto il resto per non pentirsi poi di aver esitato, per non soffrire e non veder soffrire, alla fine ugualmente svuotata.

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