venerdì 5 luglio 2019

SE LE PAROLE FOSSERO SEMPRE COLORATE E LEGGERE




Quanti equivoci e problemi in meno, se fossimo più accorti, gentili, delicati nei riguardi altrui, pure se la persona in questione fosse antipatica, scostante, insomma negativa. Perché è facile sorridere a Chi fa altrettanto, da eroi invece vincere prima se stessi.
Stasera per me va molto meglio, sono serena pur consapevole che il Tempo passi inesorabile, lasciandosi dietro tracce di momenti.
Che dici... ci facciamo un selfie?
Una frase buttata lì, estemporanea per sdrammatizzare. Con mio padre sottobraccio, risalendo lungo il passaggio inclinato per disabili, evitando la scalinata che porta all'atrio della struttura. Un selfie per immortalare quello che siamo adesso, sempre padre e figlia, solo ad un'altra età. Sessant'anni dopo, che tradotti in mesi, giorni o addirittura in ore diventano un'eternità. 
Mi sono quasi intenerita oggi, perché nell'inversione di ruolo sono tornata al tempo in cui Lui mi portava per mano, padre non molto espansivo ma presente a Suo modo, soprattutto nell'impartire una rigida educazione. In un certo senso gli sono anche grata per quella che sono ora, anche se da piccola avrei voluto spesso e non solo a Natale e Pasqua, parole colorate e leggere.
Penso al tempo sprecato, alle occasioni mancate che adesso nell'inversione del ruolo, cerco io di recuperare.
Ti voglio bene... buongiorno... come stai, e poi qualche timida carezza, un abbraccio delicato, guardarlo negli occhi e sorridere pure a qualche battuta infelice... si sa, è l'età? Mah, chissà... a volte pare "rigurgito" del tempo che fu, quando di fronte aveva il lungo viale e lo percorreva spedito, non temeva le scale, ed era Lui a tirarmi su da terra, quando cadendo mi facevo male.

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