lunedì 10 giugno 2019

LA MEDICINA DELLE CAREZZE... DELLE CURE... DELLE COSCIENZE


Interessante convegno dell'associazione, "L'Albero della Vita", non solo numeri ma particolare attenzione all'aspetto umano, emotivo della patologia tumorale anche dopo la fase acuta, dal Follow Up alla lungosopravvivenza. Un'introduzione dettagliata riguardante l'assistenza domiciliare oncologica, un diritto purtroppo non di tutti, soprattutto nella Nostra provincia che risulta al momento quasi totalmente scoperta. L'Albero della Vita da tempo trova ostacoli per la realizzazione di tale progetto, non si ferma, e cerca nell'ambito delle possibilità di venire incontro al malato oncologico e alla famiglia alleggerendone il peso, ad esempio con il trasporto gratuito alle strutture di cura e il "farmafast", la consegna a domicilio dei farmaci. La sessione oncologica ha curato la condizione dei "lungosopravviventi", quando parlare di "remissione", "guarigione", "lungosopravvivenza". La valutazione del rischio oncologico, partendo dagli aspetti particolari del singolo caso, alla ripetitività familiare e alle mutazioni genetiche, a volte erroneamente interpretate perché riferite ai tumori più noti (vedi BRCA1 e BRCA2, non solo per seno e ovaio). L'importanza di sorvegliare i "survivors" di tumore, poiché a molti anni dalla fine delle cure possono manifestarsi degli effetti tardivi come secondi tumori e problemi di salute comunque legati ai trattamenti. Si stima che, ad oggi, oltre 3 milioni di italiani vivono con una diagnosi di cancro e non sempre sono in grado di gestire il ritorno alla vita di tutti i giorni dopo la fase acuta di malattia. Quindi spesso non si può dire che alla guarigione clinica corrisponda quella sociale. Dopo la sessione scientifica è seguita quella dell'umanizzazione delle cure, la spiritualità e il ruolo delle associazioni con relativi interventi dei rappresentanti. Molto coinvolgente il messaggio dell'Arcivescovo ai Volontari in oncologia. La Medicina delle carezze. Promuovere la salute, prevenire la malattia, ristabilire la salute e alleviare la sofferenza richiedono elevata professionalità, specializzazione e aggiornamento. Prendersi cura di donne e uomini, di bambini e anziani in ogni fase della loro vita esige un impegno declinato “in un continuo ascolto”. Davanti alla singolarità di ogni situazione non è mai abbastanza seguire un protocollo. E’ necessario uno sforzo di discernimento, di attenzione alla singola persona. “Tutto questo fa della vostra professione una vera e propria missione, e di voi degli esperti in umanità, chiamati ad assolvere un compito insostituibile di umanizzazione in una società distratta, che troppo spesso lascia ai margini le persone più deboli, interessandosi solo di chi vale, o risponde a criteri di efficienza o di guadagno. Non dimenticatevi della “medicina delle carezze”. Una carezza, un sorriso, è pieno di significato per il malato. È semplice il gesto, ma lo porta su, si sente accompagnato, sente vicina la guarigione, si sente persona, non un numero. Non dimenticatelo. La chiave per capire l’ammalato è la tenerezza, una “medicina preziosa per la sua guarigione”. E la tenerezza passa dal cuore alle mani, dalla curva del sorriso alla parola di conforto... persino al silenzio quando è il caso.

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