mercoledì 4 maggio 2011

Un altro intoppo fu sistemare il drenaggio "formato ridotto"(si fa per dire) sotto la mia bella polo a righe. La maglietta dentro o fuori la gonna? Comunque la mettessi mi pareva sbagliato; secondo me quella specie di mp3 del tutto indesiderato, posto all'altezza delle costole, si notava lo stesso e poi quel tubicino... uffa! Mi sentivo tanto bionica, un robot, una replicante di me stessa... in un'unica parola MOLTO INFASTIDITA. E a disagio. Ma mi conveniva continuare così, o era molto meglio adattarsi, anche "recitare una parte", quella della persona senza alcun problema, tanto alla fine non cambiava proprio nulla, anzi sì, poteva cambiare ma solo in peggio? Il drenaggio era necessario perchè il braccio non rischiasse di gonfiarsi, avrei dovuto ogni giorno tramite un piccolo rubinetto svuotarlo e misurare la quantità di liquido drenato; quando avesse raggiunto il minimo consentito allora sarebbe stato il momento di rimuoverlo. Beh, anche questa "incombenza" mi seccava e non poco. E se avessi sbagliato? Quanti dubbi, quanti disagi! Era un chiaro frutto della mia mente, stanca, stressata dalla prolungata angoscia per gli eventi; una fatica dopo l'altra... non ce la facevo più. Il "corpo" non ce la faceva più, ma lo "spirito", quello no, aveva sempre la stessa energia perchè SENTIVA quanto fosse bella la vita, nonostante tutto. Assaporava la gioia delle piccole cose, la sicurezza dei grandi affetti, il piacere di vedere un mondo a colori. Poteva mai mollare? Certamente no, non l'avrebbe fatto mai anche se la strada da percorrere non fosse stata tanto lunga. Così trovai ancora la forza di non pensarci... al reggiseno mezzo vuoto, alla parrucca che mi dava prurito, alle note stonate di quel mp3 che non avevo chiesto, e terminai di vestirmi e finalmente fui pronta per l'ora di pranzo. Di lì a poco sarebbero arrivati i miei figli e l'amore della mia vita, insieme saremmo scesi in mensa per "festeggiare" quest'altro nuovo inizio, chiudendo con sospirato sollievo un altro capitolo doloroso.

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