sabato 7 maggio 2011

Era finita la degenza in ospedale e dopo il pranzo con la mia famiglia in mensa, così per festeggiare, feci rientro nel primo pomeriggio. Prima di salire su avevo incontrato una vicina di casa con cui non ero solita fermarmi, che nel chiedermi come stavo aveva indugiato un po' troppo a guardare in direzione del seno. Chissà... forse l'avevo delusa, probabilmente si sarebbe aspettata una "zona pianeggiante" e invece... Per giunta avevo raccontato ogni cosa sorridendo... anche troppo, e allora... allora non le era rimasto niente, non poteva curiosare oltre, non poteva compatirmi, meglio dire solo, "Mi fa piacere e... auguri" e andare via. Poi una volta a casa tutto mi era apparso subito diverso; l'ambiente domestico, piccolo e ridimensionato, quasi soffocante, la piccola Biù che si prodigava in feste, esageratamente agitata, il volume dei suoni e delle voci molto elevato tanto da provocarmi fastidio e farmi sentire confusa e stordita. Cominciai a sudare e il sudore freddo mi fece rabbrividire; all'altezza del drenaggio il freddo fu più intenso... umido. Passai una mano e mi accorsi che non si trattava solo di una sensazione. Diedi un'occhiata: un'orrenda macchia tendeva ad allargare i suoi confini sotto i miei occhi. Che cosa era successo? Pensai, forse entrando in auto avevo fatto un movimento sbagliato, s'era aperto il rubinetto ed era fuoriuscito del liquido, guardai ma era ben chiuso, allora? Sperai comunque che non succedesse più e intanto cambiai la maglietta. Dopo un po' ne cambiai un'alta e un'altra ancora... ma da dove veniva fuori tutto quel liquido?!? Apparentemente non si vedeva nulla, sembrava tutto a posto ma era chiaro a quel punto che doveva esserci un foro anche piccolo, una "perdita" e intanto io continuavo a... cambiare magliette. Questo inconveniente benchè stupido, banale mi fece rabbuiare; non so perchè ma sembrava sottolineasse la mia estrema fragilità.

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