lunedì 23 maggio 2011

Non nascondo però che quando Valeria partì provai un attimo di sgomento e un senso di solitudine e disorientamento, un po' quello che succede a un bambino quando, bendato, per gioco viene fatto roteare su se stesso e poi tolta la benda non sa dove dirigere lo sguardo per orientarsi. Così, in casa mi guardavo intorno e non sapevo da che parte cominciare. Mi sentivo ancora debole e mi stancavo facilmente, però non potevo pensarci troppo, sarebbe stato peggio, allora decisi che avrei dovuto riorganizzare l'intera giornata. Al momento le cose erano cambiate e niente era come prima, girare pagina e ricominciare, questa era l'unica cosa da fare. Mi creai un elenco mentale di priorità, il necessario aveva la precedenza, ciò che non lo era veniva automaticamente eliminato. Devo riconoscere che tutto sommato "depennare alcune voci" mi risultò facile, prima sarebbe stato impossibile, quasi fosse una colpa, un reato. Esagero? Chi mi conosce da sempre sa, purtroppo, che dico la verità. Chiaramente "purtroppo" per me che mi son persa tre quarti del piacere di vivere.
Comunque passato qualche giorno, tutto cominciò a procedere per il meglio, mentre diventavo consapevole della mia nuova forza. Dopo cinque giorni tornai dall'oncologo, il dottor Antonio, avevo fretta di sapere come avrei dovuto continuare a... combattere; la chemio andava ripresa, questo sì, ma il tipo di farmaco, i tempi per la frequenza e la durata, questo non mi era noto. Sapevo che sarebbe stato diverso che con l'EC, ma quanto diverso? E i capelli? Quando li avrei rivisti di nuovo? Ormai guardandomi allo specchio mi sembrava quasi impossibile che sarei tornata come una volta... e in un certo senso avevo ragione, perchè oggi posso dire che sarei stata molto meglio. Magari... forse non è vero, ma è che io ora mi vedo, mi sento molto meglio, e questo certo non è cosa da poco.

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