martedì 6 novembre 2018

SORA NOSTRA MORTE CORPORALE


Bene affermava Francesco, il santo poverello, la morte è sorella perché come la vita ci appartiene, hanno lo stesso "dna", si palesano nel silenzio, nessuno ricorda il momento in cui si affacciò alla vita perché nell'assoluta incoscienza, altrettanto sarà quando se ne distaccherà.
La Morte è, e poi è nulla più nel senso fisico della parola, quindi termina dove ha inizio e paradossalmente si chiude allora un "cerchio"... un "punto" si sovrappone all'altro ed è un unico e solo.
Espresso così il pensiero niente è più logico e naturale. Vita e Morte diventano un'unica immagine, solo sotto una luce diversa.
Un uomo ha da percorrere una via solitaria, accetta di farlo quando è giorno perché visibili sarebbero gli eventuali pericoli, rifiuta invece che il percorso avvenga di notte, perché non potendo sapere né vedere, ha paura.
Però se è sulla via e la notte sopraggiunge, non può tornare indietro, così avanza e il coraggio si dà, oltre la volontà, il Suo stesso pensiero.
E arriva dove era prefisso, senza rendersene conto e comprende alla fine che la "paura" è pura "categoria" e nient'altro, uno schema da seguire solo perché imposto, ma se necessità fa virtù, si abbatte come niente e non esiste più.
Qualche tempo fa un paziente con un'affermazione mi lasciò senza parole...
Lo sai che sono morto tre volte? Per tre volte, in periodi diversi ho avuto l'arresto cardiaco. Non mi sono accorto di niente, ed è stato bello perché sono certo che stavo bene. Mi sono poi svegliato perché mi schiaffeggiavano... o mi prendevano a schiaffi perché mi ero ormai svegliato? Non lo so. Dell'essere tornato in vita ricordo il dolore, del morire la sensazione di benessere.

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