lunedì 12 novembre 2018

DA SPERANZA IN SPERANZA




Si vive il noto percorso con speranza e determinazione. Ottimismo e positività fanno da valido supporto e danno una mano al sistema immunitario che fa la sua parte.
Una "linea guida" comportamentale che dà i suoi frutti, le evidenze scientifiche lo provano, ma a volte qualcosa non va come si spera e procede come è deciso da disegno imperscrutabile. E allora a che serve la Speranza? 
Speranza è pure quando pare ormai inutile, perché non è Illusione. Questa è ingannevole perché proviene da un convincimento errato che esclude parte della realtà, la Speranza invece è aspettativa, fiducia che qualcosa in futuro possa cambiare in bene, non si consolida su un abbaglio, essa resta in qualità di attesa senza scadenza.
Chi spera è consapevole che non necessariamente quelle aspettative verranno soddisfatte, ma non per questo smette di attendere. Mentre l’animo che si illude sembra certo, anche se inconsapevole, dell’esistenza di quella rappresentazione ingannevole che si è fatto. Da un lato quindi permane un dubbio sulla realizzazione effettiva del cambiamento, dall’altro invece si dà per effettivo il risultato partendo da una falsa interpretazione della realtà.
Accettare la realtà comunque sia e possa evolvere è quindi speranza in sé che non muore neppure quando cessa la vita, e questo non solo secondo l'ottica cristiana della salvezza. Sono certa, pure Chi si dice convinto che tutto finisca con l'ultimo respiro, in cuor Suo si riserva una "postilla"... non può finire qui. Una "storia" non si archivia con una cartella clinica su uno scaffale che s'impolvera col tempo, non si scordano parole e racconti, non si cancellano gioie e dolori.
Le emozioni sono eterne, come le tracce delle lacrime sulle guance di Chi non potrà mai più piangere.

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