giovedì 15 novembre 2018

PREZIOSO COME L'ORO


Qualche volta la protesi fa le bizze, le ha sempre fatte o meglio, fa il suo "mestiere", sta lì, riempie e se non ci penso va tutto bene, altrimenti l'avverto come corpo estraneo e fa le bizze, appunto. In realtà perciò dipende da me. Succede per fortuna non sempre. Quando non c'era ancora, subito dopo l'intervento addirittura la cicatrice sul "seno maschio" sembrò un sorriso. Avevo dato un "valore" alla mancanza per ritrovarmi intera, col tempo imparai a vedermi quasi sempre meglio di prima. La mente va al recupero dei cocci e li mette insieme, e non basta, perché la cosa duri, cerca il lato positivo e il tutto diventa prezioso.
Quando si rompe un vaso in Giappone invece di buttare via tutti i cocci rotti lo riparano. Li rimettono insieme e tra un pezzo e l’altro calano dell’oro fuso in modo tale che, una volta il vaso ricomposto, le “ferite” brillano.
Così ne valorizzano ogni singola crepa attraverso un procedimento sofisticato che prende il nome di “Kintsugi”. Kintsugi vuol dire “riparare con l’oro”.
Ogni oggetto ritrova l’unicità, diventa speciale per la molteplicità delle proprie ferite. L’imperfezione di queste, diventa perfezione, un elemento da valorizzare, invece che da nascondere. Per i giapponesi, quindi, quando qualcosa si rompe, racconta una storia, diventa più bello, più prezioso, più raro, unico. La ferita non è più una colpa, qualcosa di cui vergognarsi, ma è una medaglia da portare con fierezza. La bellezza nel difetto. Il dolore, i traumi fanno male, è vero, ma ci aiutano a vivere. Noi abbiamo la tendenza a nascondere le nostre ferite, il nostro dolore, per non riviverlo, per dimenticare. Le cicatrici sono da eliminare, o almeno nascondere, un punto debole invece che un punto di forza. La vita è integrità, ma è anche rottura. E non sarebbe tale senza cadere rovinosamente e rialzarsi con grande dignità.
Il dolore ci segna, ci insegna, e ci dice che siamo vivi, che esistiamo, che stiamo vivendo ciò che abbiamo attorno.
Quante volte ci siamo detti, non ce la farò, e invece ce l’abbiamo fatta.
Le ferite ci rendono ciò che siamo, temprano il nostro coraggio e la nostra forza. La vita, in effetti, non è mai lineare, presenta sempre delle spaccature, che ci portano a compiere altre scelte e ad intraprendere inaspettati percorsi, magari più felici, e allora per nuova consapevolezza questa Nostra vita ci apparirà ancora più bella. Preziosa.

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