domenica 7 ottobre 2018

LE EVIDENZE (seconda parte)


I metaboliti derivanti dal metabolismo microbico sono risultati più persistenti, capaci di restare in circolo per periodi molto più lunghi. Inoltre, è stata osservata un'interessante correlazione tra la composizione dei batteri intestinali e la quantità di metaboliti circolanti.
La composizione del microbiota intestinale appare, quindi, un fattore importante per mediare l'azione del consumo di mele.
Le prove sull'interazione tra microbioma intestinale, dieta e salute sono sempre più solide. E' noto che la disbiosi è correlata a malattia e che la maggior parte delle volte questi squilibri nelle popolazioni microbiche intestinali possono essere frutto di errate abitudini alimentari. Elevata assunzione di calorie, proteine animali, grassi saturi e zuccheri semplici sono state collegate a un più alto rischio di obesità, diabete, cancro e malattie cardiovascolari.
Tuttavia, si sa poco sull'impatto di modelli alimentari, componenti dietetici e sostanze nutritive sul microbiota intestinale in persone sane.
L'attività metabolica microbica è stata determinata mediante quantificazione degli acidi grassi a catena corta in cromatografia liquida ad alte prestazioni. I risultati hanno indicato che un rapporto più elevato di Firmicus-Bacrteroidetes era correlato ad una minore aderenza alla Dieta Mediterranea, e una maggiore presenza di Bacteroidetes era associata ad una minore assunzione di proteine animali.
L'elevato consumo di proteine animali, grassi saturi e zuccheri ha interessato la diversità del microbiota intestinale.
La dieta e i componenti alimentari specifici potrebbero influenzare la composizione, la diversità e l'attività del microbiota, che possono avere un effetto sul metabolismo ospite aumentando il rischio di malattie tipicamente occidentali.
(continua)

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