mercoledì 3 ottobre 2018

CI MANCAVANO... (prima parte)


I sorrisi e gli abbracci, le battute e le piccole rimostranze, i ricordi e i progetti, e perché no... pure le nuove conoscenze.
Stasera il GAMA ha ripreso ufficialmente con gli incontri l'attività di gruppo. Ritrovarci dopo la pausa estiva, è stato come al primo giorno di scuola, tre mesi volati in fretta, come l'ultima volta fosse ieri o solo qualche giorno prima.
L'impegno di un gruppo di auto aiuto, diventato associazione, è carico di responsabilità. Richiede formazione continua e cultura nel campo, capacità di approccio con varie strutture oltre che empatia, equilibrio e determinazione. Un gruppo come il Nostro è simile ad una rete costituita da maglie fitte, unite perché nell'insieme reggano gravi fardelli. Tutte devono tendere al medesimo fine, ma non troppo tese da creare "rotture".
Con tale presupposto come base, a causa delle varie problematiche per cui ci viene chiesto di intervenire, come alleggerire i disagi delle lunghe attese, informare circa le modalità di visita, migliorare l'accoglienza, il lavoro del GAMA diventa sempre più scrupoloso ed importante. Per questo è necessario che tutti i volontari siano orientati nella medesima direzione, prendendo in considerazione anche opinioni e consigli non del tutto condivisi.
Stasera si è parlato di una novità su cui il personale medico ha chiesto di impegnarci, la "Sala interattiva", una realtà presente in altri centri che pare funzionare bene laddove le attese sono a volte esasperanti per pazienti e caregiver. Ma di che cosa si tratta?
La Sala attesa interattiva è uno spazio che si veste di nuovo, di colori e di speranza, rientrando in un programma globale di “umanizzazione delle cure".
E come si può intervenire, che cosa suggerire per "interazione"?
Forse un approccio con la meditazione e le tecniche di rilassamento sarebbe un buon inizio.
(continua...)

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