E' così che mi sento quando si chiude il giorno e la notte avanza. Poi una pausa, e con la luce si riprende. Stanchezza sulle spalle e negli occhi, e spesso troppo spesso la sensazione di non essere capita. Ma vado avanti, come anima in cammino, consapevole di voler essere fino in fondo ciò che ho deciso.A volte mi faccio prendere dalla veemenza del pensiero, mi accaloro nell'esternarlo, vorrei contenermi per non essere fraintesa ma raramente ci riesco. Succede a Chi ci crede che ciò che si è vissuto debba avere un senso, uno scopo.
E ché... è forse vita questa?
Nel sentire una figlia esclamare questo e in tale modo, sono rimasta basita, tanto che sul momento mi sono mancate le parole, poi...
E meno male che la madre in questione pareva mostrasse disinvoltura e forza a vivere ciò che per malasorte le era toccato...
Sapessi, faccio il possibile per farlo pesare poco e niente, eppure "questa" sente tutti i mali del mondo.
Ipocondriaca...?
Ecco, si... è diventata proprio quello.
Il problema è che quando la malattia si presenta, non è la sola persona colpita ad essere coinvolta ma l'intera famiglia, ed ogni componente reagisce in modo diverso. Così Chi dovrebbe sentirsi curato e protetto, si trova invece ad accogliere e rassicurare, con un latente ed ingiusto senso di colpa per una colpa che non ha...
E' un diritto, sai figlia mia... un diritto sacrosanto, quello di sentirsi circondati da persone serene e fiduciose. Quando ti capita un evento difficile, si affronta, si vive e si supera, ma non si può farlo da soli.
E ché... deve capitare proprio a me?
No, dicevo "ti" capita, ma non perché sia certo. Però pensarci serve ad imparare com'è la vita. Dall'alba al tramonto c'è comunque tanta luce intorno, chiaro e oscuro per ogni anima in cammino.
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