giovedì 2 dicembre 2010

Oggi, primo giorno dell'ultimo mese dell'anno ho provato la stessa sensazione d'inquietudine. E' stato un attimo e solo una sensazione. Oggi non è come ieri, tanta strada ho percorso, molte difficoltà ho superato col nodo alla gola e le gambe tremanti. Ieri non era come oggi,  non mi sentivo capace neanche di fare un breve tratto e ogni piccolo ostacolo bloccava il mio cammino. La ragione mi ha riportato nella mia attuale realtà e ho capito che per superare tutto e arrivare al traguardo devo continuare a... rivivere col pensiero e raccontare quello che ho passato, che mi ha fatto piangere e sorridere, che mi ha fiaccato e dato forza. Tante sono state le strategie che ho adottato per combattere questa battaglia, una dopo l'altra le ho messe in atto e ora sono qui a raccontarle perchè diventino forza per CHI CREDE DI NON AVERNE.
Un momento dopo aver indossato la parrucca, fiera del mio nuovo look, mi piacqui così tanto, che mi venne la voglia di strafare. "Teresa, ho deciso! Penso di volerne prendere altre due. Le voglio diverse però, che io possa vedermi tutte le volte una persona nuova." Uno sguardo al catalogo e fu fatta: avrei cambiato aspetto a mio piacimento assecondando gli stati d'animo e l'umore. La caduta dei capelli voleva strapparmi la femminilità ed io me la restituivo con tre parrucche diverse: tre diverse personalità. Questo è stato il lato"giocoso" della mia malattia, in seguito leggendo il libro "La ragazza dalle 9 parrucche", scritto da Sophie van der Stap, una giovane scrittrice olandese malata di tumore al polmone, avrei scoperto che un simile atteggiamento è comune in chi vuole sfruttare ogni potenzialità offerta da una circostanza così dolorosa quale il cancro. In effetti quando si vive questa malattia niente va tralasciato, si deve carpire ogni opportunità, godere di tutti gli attimi che danno gioia e fissarli nella mente e nel cuore perchè restino indelebili.

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