mercoledì 8 dicembre 2010

"Amore, che cosa posso portarti?" Questo mi aveva detto la mattina della domenica l'uomo della mia vita, prima di uscire di casa. Avrebbe voluto che andassi con lui come avevo sempre fatto, ma mi sentivo ancora un po' sfasata così avevo preferito restare a casa, avrei preparato il pranzo ma mi sarei anche riposata. "Niente, non ho bisogno di niente. Anzi... aspetta... comprami un cappello!" Gli risposi d'impeto perchè in quel momento stavo pensando alla "mia testa"; quando uscivo portavo la parrucca, mi sentivo a mio agio ed era perfetto, in casa, invece mi sembrava di essere nuda girando così "a capo scoperto", di un fazzoletto neanche a parlarne,faceva troppo "campo di concentramento" con quella mia magrezza, il pallore e le occhiaie... no... proprio no, allora occorreva un altro genere di copricapo, niente di meglio di un cappello, magari colorato e anche spiritoso, sì un cappello... mi sarebbe piaciuto! E intanto quando passavo davanti a uno specchio mi guardavo: come ero cambiata! Gli occhi, in particolare, sembravano tristi. Allora mi soffermai un momento, provai a sorridere, forzatamente certo, ma sorrisi e quegli occhi non furono più fissi e spenti, s'illuminarono: mi piacqui e decisi che avrei sempre sorriso e non solo davanti a uno specchio. Avevo conquistato, ancora una volta da sola, un altro tassello per ricostruire me stessa e ne fui soddisfatta.
I capelli erano cortissimi ma stavano ancora tutti sulla mia testa e mi chiedevo chissà quando sarebbe iniziata la "grande caduta" e come sarebbe stata; io ero preparata, mi dicevo, sicuramente avrei retto bene il colpo,dopo scacciavo violentemente l'idea, era meglio non pensarci, c'era tempo e poi... potevo anche essere un'altra eccezione alla regola, no? Forse a quell'evento non ero così preparata.

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