martedì 14 dicembre 2010

Raccontando del periodo che ha preceduto l'intervento, mi torna in mente quanto sia stato allora mutevole il tempo; spesso tanta pioggia e il sole che si faceva attendere dopo un inverno triste per più versi. Sembrava quasi che la stagione volesse rispecchiare l'alternarsi dei miei stati d'animo, con una prevalenza di grigiore che allontanava la luce e la sua stabilità.
 In uno di quei pomeriggi assai piovosi ero andata dal mio medico curante, ed ero in sala d'attesa. Pensavo. Era una delle mie prime uscite ufficiali con la parrucca, a tratti mi sentivo osservata come se tutti sapessero del mio "trucco", poi decidendo di "stare al gioco", mi divertivo a mostrare disinvoltura, innanzitutto a me stessa. Ecco, questo era il modo giusto per affrontare i mesi a venire, provare a divertirmi, giocando con la mia nuova immagine. Un'idea un po' folle? Forse... ma si sa che a volte sono le piccole follie quelle che aiutano a vivere.
Ero lì ad attendere il mio turno sfogliando una rivista, quando entrò Marta, l'infermiera del Day Hospital: che coincidenza! Stesso medico curante. Nel vedermi restò a bocca aperta. "Ma stai benissimo, quasi non ti riconoscevo! Caspita che trasformazione, e in meglio direi. Anche l'aspetto è buono, non si direbbe che hai fatto la chemio meno di una settimana fa." Nel sentirmi dire queste cose, mi rincuorai ancora; Marta era stata sincera, lo sentivo, e quindi il mio desiderio di non suscitare pietà in chi mi vedesse veniva esaudito. La serenità, il mio stare bene interiormente veniva fuori a tal punto da far sì che un'altra delle mie amiche esclamasse: "Ascolta, forse non dovrei dirtelo, ma lo sai che a te, quasi quasi la chemio fa bene?" Mi venne da sorridere: che la chemio mi facesse bene ai fini della malattia era indiscutibile soprattutto perchè il mio atteggiamento con il tempo diventava TOTALMENTE POSITIVO, così come più volte mi era stato raccomandato da tutte le persone che tenevano a me.

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