lunedì 6 dicembre 2010

Si deve ricordare il passato ma nella maniera giusta; i momenti brutti non vanno considerati a se stanti, ma come tappe di crescita individuale, e se a ciò si aggiunge, come spesso mi ha ripetuto il dottor Antonio, che niente è talmente brutto da non avere una fine, si comprende bene come del passato restino solo le positività. Anche il ricordo della mia avventura con la chemioterapia, conclusa spero per sempre, non è tanto terribile; sono riuscita a superare i disagi inerenti agli effetti collaterali, lasciandomeli alle spalle con facilità e senza strascichi, ed ora mi rendo conto di essere molto maturata. "Gli esami non finiscono mai" era il titolo di una nota commedia di Eduardo De Filippo ed è un'affermazione sempre valida ed attuale: nella vita siamo sempre sottoposti a prove più o meno difficili e nella misura in cui ci riveliamo capaci di superarle dipende la nostra statura morale e la forza di andare avanti nel percorso che ci è dato. La chemio, si sa, non è cosa facile, richiede un atteggiamento mentale estremamente positivo, però e bisogna riconoscerlo, si è sempre supportati da personale medico e paramedico che cura anche il lato psicologico in modo competente e umano. Questo è capitato a me e a tanti altri con cui mi sono confrontata. Dora, la "vivacità accogliente", non mi ha mai fatto sentire malata, quando veniva a sedere accanto a me per tenermi compagnia parlava dei suoi figli, di ricette, degli ultimi articoli casalinghi di cui sua madre era presentatrice, e lo ha fatto sempre sorridendo, allegra, nascondendo bene i crucci e le sofferenze che come tanti sicuramente aveva. Quel giorno m'era bastato sentire la sua voce al telefono per farmi stare meglio, avevo mangiato pane e pomodoro e mi era piaciuto come non mai; i suoi consigli, poi, dati con trasporto ed entusiasmo sarebbero stati per me uno sprone, un incoraggiamento a non arrendermi, qualsiasi ostacolo avessi incontrato.

Nessun commento:

Posta un commento