sabato 4 dicembre 2010

Restai a letto per un paio d'ore, alternando momenti di riposo ad altri di veglia; a tratti sentivo la voce di Valeria che parlava al telefono e il passo di mio figlio Francesco in corridoio, mentre Beauty ogni tanto si dava una grattatina. Non stavo bene e il constatare che nonostante tutto,nausea compresa, la vita intorno a me continuasse normalmente non mi dava fastidio, anzi provavo un senso di protezione e ristoro simile a un caldo abbraccio quando hai freddo. Stando a riposo lo stomaco aveva sofferto molto meno e quando mi sentii un po' meglio decisi di alzarmi; di mangiare però non se ne parlava proprio, la nausea era ripresa forte e non sapevo davvero come fare a metter su un pranzo decente per la mia famiglia. Di nuovo pasta con l'olio per tutti? Aggiudicata! Avrei cambiato formato e sarebbe sembrato un piatto nuovo o... quasi. Però ripensandoci, a me nauseava anche quella. Che guaio! Aveva avuto ragione Marta: stesso disturbo della gravidanza. Certo... all'improvviso mi venne da pensare, avrei sopportato meglio questo disagio, tutto sommato passeggero, se l'avessi vissuto proprio come una gravidanza; del resto la fase critica di un tumore, tra diagnosi, intervento e terapia ha più o meno la stessa durata, quindi poteva essere considerata l'attesa di una nascita. Alla fine del tempo,infatti sarebbe nata una nuova creatura: me stessa. Questa rinascita mi avrebbe visto come persona del tutto diversa, con un carattere migliore, molto coraggio e tanta combattività. Un simile pensiero se da una parte mi risollevava, dall'altra non era sufficiente a farmi chetare il voltastomaco, così quando non ce la feci più mi decisi a telefonare al Day Hospital per avere qualche consiglio. Rispose Dora, la caposala, con una bella voce squillante; beata lei, pensai, si sente bene e in forma, ma in realtà Dora è sempre così, a me piace definirla dalla"vivacità accogliente". "Pronto?! Sei tu. Che cos'è questa vocina flebile? Non ti senti bene, vero?" Per rispondere raccolsi tutto il fiato disponibile, tuttavia ne venne fuori una voce ad intermittenza con... puntini di sospensione, non so se ho reso l'idea. Alla mia richiesta di cosa avrei dovuto fare per sentirmi un po' meglio e soprattutto cosa avrei potuto mangiare visto che ogni cibo mi dava nausea, mi rispose: "Pane e pomodoro! Quello devi mangiare: è stuzzicante, saporito e fresco. Tutti i pazienti che fanno la chemio riescono a mangiarlo e lo tollerano molto bene. Poi per sentirti meglio, non stare chiusa in casa, esci, distraiti, VIVI UNA VITA NORMALE! perchè nella malattia la tua esistenza sia più normale che mai: lo devi agli altri che ti sono accanto ma soprattutto a te stessa. Non fare niente se non ti va di farlo e FAI SOLO CIO' CHE TI FA VERAMENTE PIACERE"

1 commento:

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