sabato 21 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.34) (Il metro della Vita)

Mattinata in ospedale e pomeriggio con l'"altra realtà", quella che mio marito definisce "vita normale". Diciamo che personalmente do ad entrambe una valutazione diversa, forse poco razionale, ma sentita. Due metri diversi, o meglio "valute inconvertibili". Ma dove l'uomo mostra il proprio valore? Nella vita normale fatta di corse e rincorse, crucci e affanni, problemi risolvibili con la calma del pensiero, oppure quando la Vita va giù pesante e imprigiona nella precarietà assoluta e continua di una malattia? Pare che tutto possa servire, e in realtà basta davvero poco, ad esempio occhi nuovi che sappiano guardare, ecco... solo quelli sarebbero sufficienti. Per guardarsi dentro, intorno, lontano. Fare un bilancio senza sapere di economia, sentirsi ricchi di qualcosa, persino per il gusto di assaporare la focaccia che dava nausea fino al giorno prima, o poveri di speranza per continuare, affrontare, senza alcuna certezza se non l'attimo presente. Cadere più volte, e altrettante trovare la forza di rialzarsi, meravigliati e fiduciosi. Con continuo allenamento acquisire la consapevolezza di quanto tutto sia precario e la necessità di aggrapparsi a piccole certezze, proprio piccole, come ritrovare cose perse o dimenticate. Non perdere per strada la pazienza e la gratitudine sempre e comunque. E poi riprendere a guardare avanti, a girare pagina perdonandosi e giustificando non solo se stessi.

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