giovedì 12 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.25) (Dieci anni e...)

Oggi sono dieci anni di volontariato in oncologia, e in dieci anni ne ho fatti di incontri. Oggi è stata una giornata buona, nel senso che sono stata ben accolta, ma in dieci anni ci sono stati pure quei giorni "no", quando pareva fossi sbagliata con/per tutti. Ammetto che non sempre ho preso quei giorni "no" con filosofia, nel senso che mi facevo tanti scrupoli, mi venivano tanti dubbi... E magari il giorno dopo era tutto il contrario. Perché come è vero che non si può piacere a Tutti, altrettanto lo è che la patologia oncologica con le relative cure comporta sbalzi d'umore e una latente e costante sensazione di precarietà, per cui si preferisce restare per conto proprio, e a volte non volendo si arriva ad essere pure sgarbati. Succede, raramente ma capita di non entrare in sintonia con qualcuno. Lo intuisco in particolare da sopracciglia inarcate per darsi contegno ed essere tutt'uno col contesto, e labbra serrate per cui manco viene sprecato un saluto comprensibile, al massimo un mugugno... e tutto sommato è pure meglio così. È chiaro che non si è graditi, e se non sono io a non piacere, sicuramente lo sarà la mia presenza in quella situazione. Si mettono in conto entrambe le eventualità, ne ero pienamente consapevole ancor prima di cominciare. In alcuni momenti il ricordo di alcuni episodi ritorna, però non mi crea disappunto né lascia l'amarezza della delusione. Sono ricordi, appunti di esperienze. Allora... Ripenso a quel marito che ogni volta che mi vedeva, sembrava volesse "freddarmi" con lo sguardo. E ancora... Ricordo una paziente che al mio ingresso nella Sua stanza sistematicamente chiedeva che scacciassi una mosca, poi metteva l'indice della mano destra sulle labbra e mi intimava il silenzio. Noi rispettiamo ogni atteggiamento. Sono trascorsi dieci anni, e ormai ho imparato ad accettare quello che pare un "rifiuto" come una "doppia opportunità", per me come per chi mi sta di fronte. Non insisto, volgo lo sguardo verso altri occhi sorridenti che accolgono, poi se arriva un minimo cenno, come ad esempio la richiesta per un'arancia da sbucciare, mi butto a capofitto e parto alla conquista di un "grazie" stiracchiato ma sincero, che vale come tutto l'oro del mondo. Per me perché sono stata utile, per l'altro/a perché non si è sentito/a abbandonato/a a se stesso/a. Oggi comunque è stata una buona giornata, e stasera sento di poter amarmi di più.

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