martedì 10 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.23) (Spente le luci sull'albero)

E se il presepe a casa mia ha ragion d'essere tutto l'anno, l'albero ha ormai le luci spente e domani, spoglio tornerà a dimora nella sua scatola, per restarci fino a dicembre. Rimuovere gli addobbi di Natale, dopo le festività, con gli anni, non lo percepisci più solo come noiosa incombenza, ma lo vivi come archiviassi un faldone di cose fatte, con indice e promemoria per il prossimo che sarà. Con questa azione, si ha pure la sensazione di rimuovere temporaneamente e solo fisicamente, le persone care che, anch'esse tornano alla loro routine. Lontano da casa. Alla loro vita. Il silenzio improvviso per quanto prevedibile amplifica il senso di vuoto. Togliendo l'albero, gli addobbi vari, è come salutassimo gli affetti, deponendoli in pacchi, accanto al nostro cuore. Socchiusi e mai chiusi. Ogni tanto il pensiero torna ai giorni festosi appena trascorsi, con l'augurio che è pure speranza di un altro Natale, e un altro... un altro ancora. Per associazione di idee il pensiero va al tempo che riposi le parrucche. Le avevo lasciate lì, sul comò per qualche giorno, un po' come si fa appunto con gli addobbi natalizi una volta che le feste son finite. Non ti va di archiviare subito un periodo, ti dà malinconia e aspetti un giorno, forse due, ma al terzo ti pare tutto anacronistico e in una volata metti via ogni cosa e non ci pensi più. Con le parrucche fu più o meno così. Le conservai senza rimpianto, con grande speranza e un po' di nostalgia per quel tempo che mi aveva visto in campo, convinta e determinata a ricostruire me stessa.

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