mercoledì 22 settembre 2021

UNA "CERTA" SPERANZA (n.54) ("Deficienza" emotiva)


Che poi sarebbe il contrario di Intelligenza emotiva. Mancanza totale di empatia e per legge di (s)compenso, eccesso di inadeguatezza e sproloquio.
Ma dico... come potrebbe sentirsi confortata una persona che ha appena saputo di dover affrontare la dialisi tre volte a settimana, probabilmente a vita, da una frase tipo, ricorda c'è di peggio della dialisi.
Non discuto l'ipotesi perché non sono medico né mi va di atteggiarmi a tale, ma dico e ripeto.... era quello il momento, l'espressione giusta e a quale fine poi? Tirare su il morale?
Se le avesse tirato in faccia un pugno o uno schiaffone avrebbe procurato meno dolore, e invece...
Dolore + dolore = Cuore, mente, corpo completamente out.
La sofferenza ha bisogno di ben altro che parole, quelle poi...
Anche delle più opportune, per quanto confortanti possano essere.
A volte appaiono solo semplice retorica e non sufficienti a lenire un dolore profondo.
Poi dovrebbe capitare la "parola giusta" al momento giusto, e il senso di ciò che dolorosamente accade, sarebbe chiaro.
Ma quanto è difficile... perciò meglio far ricorso alla saggezza della scelta migliore.
Tacere.
E se nemmeno gli occhi sono capaci della giusta comunicazione, un bel paio d'occhiali da sole, girare sui tacchi e prendere altra via. Questa almeno sarebbe giusta.
La questione è che può parlare e replicare solo Chi per la tempesta è passato, e incredibilmente capirà il senso di ciò che gli si dice e replicherà nel modo più adeguato.
Un certo giorno di un qualsiasi mio turno, notai che una paziente guardava insistentemente all'altezza del mio seno...
Vuoi dirmi qualcosa...?
No no... stavo pensando a quanto fossi stata fortunata io col tumore ovarico in confronto a Te.
Le mie cicatrici sono tante ma quasi tutte interne e non si vedono. Tu invece, poverina devi farci i conti tutti i giorni. Non puoi raccontarti bugie.
Lei che era allettata già da un po', mangiava pochissimo, mi parlava in questo modo.
Non succede sempre, perché alla fine la malattia come tutte le esperienze estreme fa venir fuori ciò che la persona è veramente, però accade ed è paradosso.
La sofferenza mette in luce una grande "salute" interiore.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone e il seguente testo "Solo quello che si prova sulla propria pelle si comprende, il resto provi a comprenderlo."


2 commenti:

  1. Ho imparato a rispettare comunque certi medici in questi mesi, sottoposti a bombardamento continuo, richiesta di rassicurazioni, speranze, soluzioni.. abbiamo trovato persone splendide, altre meno, ma tutte che a mio avviso dovrebbero guadagnare il triplo.. poi ci sta la mancanza di tatto, sensibilità.. il parlarti come di zucchine al mercato e invece si tratta della Tua vita, del Tuo futuro, appeso a mille incognite.. purtroppo c'è tutto..

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  2. L'hai detto, c'è di tutto. Un'avventura in piena regola. Un mostro da combattere, Chi sostiene e fornisce le armi, Chi dice, la cosa non mi riguarda, si volta e se ne va.
    Ma prima "saluta" nel modo più infelice.
    Di tutto e di più... e se si supera questo, il mostro sarà l'ultimo dei problemi.

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