giovedì 26 agosto 2021

UNA "CERTA" SPERANZA (n.28) (Guariti)


Pensavo a quanto danno abbia fatto la pandemia, anche oltre il diffondersi del virus.
Talmente tanto che pure Chi non è stato contagiato oggi ne sente i postumi e tarda a... guarire.
La consapevolezza è importante.
Già, perché non solo di guarigione fisica si tratta, più volte riguarda pure altro genere di mali.
Situazioni complicate, difficili, come ritrovarsi in labirinti intricati per aver gestito male il momento.
La consapevolezza è il punto di partenza.
Analizzare le cause, realizzare gli effetti. E poi imporsi il "cambiamento" come necessità da "praticare" per guarire.
Che poi è la vera guarigione, quella che conta.
In questi mesi abbiamo imparato a fare a meno di tante cose e ad accontentarci del poco ma sicuro perché sempre disponibile.
La famiglia, nuove e semplici abitudini, il silenzio del primo mattino, la quiete della sera.
Come abbiamo fatto? Semplicemente ci siamo guardati intorno, entro spazi e tempo limitati.
La ricetta, la medicina giusta è sempre una, la solita... vedere il bicchiere mezzo pieno e cercare nell'altra metà qualcosa che non sia malaccio, e poi fissare e raggiungere piccoli traguardi a breve scadenza, considerarli grandi come fossero unici e definitivi.
E la consapevolezza di aver fatto passi avanti è ormai traguardo.
Per sentirsi guariti, con ferma convinzione occorre continuare a vivere giorno per giorno ciò che la Vita offre, qualunque cosa sia. Fermarsi, riflettere... respirare profondo e continuare.
Il cielo sereno dopo le nuvole, la primavera dopo l'inverno, in autunno le foglie arse dal sole d'estate.
Tornare alla speranza che mai si perde... comunque sia, comunque vada.
"Guarire non significa che la ferita
non è mai esistita.
Significa che la ferita
non controlla più la tua vita".
- Akshay Dubey -
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