mercoledì 29 luglio 2020

GIOIRE GRATA


Rivedo gli ultimi dieci anni, mi passano davanti come quei film in serie, dallo stesso titolo con numerazione diversa. I primi in bianco e nero, e poi a seguire gli altri a colori. È un remake di vissuto emotivo volutamente condiviso in ogni forma, dal reale al virtuale, nel virtuale per dare al reale la possibilità di continuare se... e come... e quando si vuole.
Gioire della gioia altrui può costituire una forma di gratificazione da un'esperienza estrema.
Mi sento tutto sommato una "privilegiata".
Ho ascoltato e ascolto tante storie, ed ogni volta mi rendo conto di quanto io sia da sempre fortunata, e anche passare attraverso la malattia è stato per me come attraversare un cerchio di fuoco ed uscirne leggermente scottata.
Più volte mi è capitato di sentire... "Ma perché hai scelto di continuare in ospedale?! Invece di dimenticare..."
In ospedale io non faccio altro che rinnovare la mia esperienza facendomi forte di quella altrui, annullando anche la paura di un eventuale ritorno della malattia.
Per me è motivazione ad andare avanti. Non si può disperdere al vento seme prezioso. Credo in quello che "sto vivendo" per grazia di Dio, e continuerò ad impegnarmi perché da quell'atto che io un tempo definii egoistico, possano nascere azioni sempre più propositive.
Così non avrò sprecato la malattia, anzi l'avrò vissuta come grande opportunità, ricevendo gratificazione dal mio stesso operato.
Sentire che si ricorda il mio nome, si nota la mia presenza, mi si ringrazia quando secondo me non ho fatto nulla di straordinario, dà importanza al mio "esserci", alla vita stessa.

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