martedì 7 luglio 2020

MITEZZA E UMILTÀ


Che argomento difficile, la Mitezza e l'Umiltà, sono strettamente unite, spesso intese per altro come da pregiudizio.
Ho idee chiare in proposito, eppure il rischio c'è, non so se riuscirò coerentemente ad arrivare fino in fondo.
Per tutto il giorno, a partire dal Vangelo odierno, gli spunti non sono mancati, poi mi osservo dall'esterno e decido che non posso esimermi, mi tocca.
I ricordi, le riflessioni personali, le confidenze "accolte", mi inducono a capirne davvero senso e valore e quanto paga esserlo, mite e umile nel profondo.
Penso immediatamente all'umiltà nell'aiuto... nel chiederlo e nel donarlo. Perché non si può essere arroganti e pretenderlo pur nel bisogno, perché se lo offri non deve costituire motivo di vanto o vanagloria. Tutto nella piena gratuità e semplicità di Cuore.
E la mitezza... ? Quante volte è scambiata per debolezza o ancor peggio per dabbenaggine? Mi viene quasi da sorridere, come quando si nega alla fragilità la valenza di risorsa.
Fragilità, mitezza, umiltà possono essere per ogni esistenza "trampolini" per mete irraggiungibili.
Si leggeva oggi... Che i sofferenti e gli oppressi si rifugino nel buon Dio. La mitezza e l'umiltà faranno la differenza. La mitezza è della persona forte che va oltre la rabbia propria e altrui, confida nelle proprie risorse che sa essere per grazia divina. L'umiltà è di Chi vittorioso non si vanta, perché è consapevole di aver vinto non per Suo merito e per questo grato, è disponibile sempre verso l'Altro.
La Persona mite e umile, è quindi forte e grata. Non può non essere nella benevolenza di Dio.

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