venerdì 8 novembre 2019

IL COESISTERE DEGLI OPPOSTI PER LA CURA (quarta parte) - LE PAROLE E GLI SGUARDI CHE CURANO



Risale a Cartesio la separazione drastica fra emozione e intelletto che per secoli ispirò la ricerca e fu principio da non violare. Ma oggi la realtà appare diversa, e la funzionalità emotiva strettamente collegata con l'agire razionale. In campo medico, per quanto riguarda la "cura", la cosa non può essere sottovalutata.
La teoria medica occidentale esalta le capacità e le abilità connesse alla dimensione tecnica a scapito della capacità e dell'abilità di curare. Il medico resta concentrato più sul funzionamento di una singola parte del corpo ma perde la visione d'insieme, rischia di non cogliere più gli interrogativi che il malato gli pone e si pone. In questo modo il "con-tatto" viene meno perché solo lambito. Il rapporto medico-paziente, nella riduzione del malato alla sua malattia, viene spersonalizzato, ed ogni specialista si limita ad interessarsi e curare l'organo colpito.
Il corpo non è un oggetto da cui il proprietario può distaccarsi per poterlo depositare nel luogo di cura. In questo modo vengono adottate due possibili strategie di adattamento, anestesia  e trattamento impersonale, non come fosse una persona ma piuttosto come un oggetto che qualcuno ha dimenticato.
Il medico contemporaneo si trova a trattare intrecci di corpo e anima, grovigli di dolore fisico e paure, a tranquillizzare e a misurarsi con l'aspettativa smisurata dei pazienti che vogliono cancellare sofferenza ed angoscia, tutto questo possedendo tecnica specializzata ma settoriale che di certo non può bastare a tanta richiesta. Allora assume un atteggiamento "impermeabile", ovvero utilizza il proprio ruolo come armatura per garantire la distanza e la difesa, e nello stesso tempo un intervento "professionale" perché "oggettivo".
Purtroppo in questo modo si stabiliscono con l'ammalato rapporti di tipo tecnico-oggettivo a scapito  della soggettività del paziente, eliminando i sentimenti, il calore umano, privilegiando atteggiamenti freddi e distaccati. Si distribuisce su più medici la responsabilità del malato, ognuno lo vede come una "parte" e nessuno come "tutto".
La malattia non è un evento che colpisce e riguarda unicamente il corpo degli individui, ma è un "processo" che riguarda anche la loro biografia, la loro identità e le loro relazioni e, dunque, essa è parte della multiforme ma unitaria esperienza umana che possiede caratteristiche sia fisiche che ermeneutiche.
In un'opera del surrealista Magritte alla solidità  e alla durezza del granito si contrappone la leggerezza e la morbidezza della nuvola. Sono due forze in gioco che si equivalgono anche se una roccia nel cielo è una presenza inquietante. Riporta alla normalità il quarto di luna, elemento di equilibrio, rassicurante.


Nessun commento:

Posta un commento