domenica 17 novembre 2019

IL PENSIERO DEDICATO



E' difficile essere sempre compresi, anzi diciamo pure che non lo si è quasi mai, per questo a volte freno il mio entusiasmo, mi trattengo dall'esternare esplicitamente le emozioni.
Una sensibilità già particolare in partenza, dopo il dolore può diventare un boomerang, torna contro ed esaspera ciò che prova nel bene e nel male. La gioia diventa euforia e le contrarietà danno spazio alla delusione. Non si può piacere a Tutti, alcune scelte possono non essere condivisibili, questo è ovvio, però... però ci sta che un pensiero dedicato vada solo in un certo modo, perché è così, tra Cielo e terra deve lambire la fisicità.
Ricordo... era da poco venuta a mancare mia madre, mi sentivo come svuotata, avrei voluto tornare indietro almeno di qualche mese per recuperare, forse illudendomi di poterla trattenere, così una notte la sognai. Era nella Sua camera da letto e preparava la valigia come in procinto di partire.
Resta... le dicevo... aspetta qualche giorno...
Non posso, devo andare...
Nell'aspetto più giovane e per niente sofferente come negli ultimi tempi, mi faceva specie tanta fretta, e quella luce negli occhi poi gliel'avevo vista solo quando parlava di Noi, Suoi figli, con Noi quando scherzava e rideva... ed ora non poteva restare?
Se la persona cara non c'è più, il bisogno maggiore, ciò che manca è la "fisicità". Non poterla vedere, non sentirne la voce, non avvertirne la presenza anche silenziosa, mozza il respiro...
Ed io nel sogno imploravo mia madre di restare, per abbracciarla ancora e goire della Sua risata...
Quando mi vorrai, pensami... ed io ti prenderò in braccio e ti cullerò come quando eri piccola.
Fu la Sua risposta, quella che avrei voluto sentire, ed è ciò che faccio da allora quando non è giornata, sono delusa o non sto bene fisicamente. La penso, la chiamo a mezza voce... mamma... e in "quel nome" ritrovo la fisicità che mi manca da tempo, sempre molto e che mi fa sentire bene, quel che basta almeno per un momento.

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