martedì 20 agosto 2019

L'UNO PER L'ALTRO (note diverse della medesima sinfonia)




L'ultima volta in reparto prima di Ferragosto non me n'era rimasto neppure uno. I miei "fiocchi" sono sempre graditi, quel giorno di più. Sarà perché si presentano bene e poi sembrano personalizzati, arrivano sempre al Cuore e lì restano ben custoditi per i momenti di dolore.
Dicevo... li avevo finiti tutti, così stasera ne ho preparati altri, al solito mi sono ridotta all'ultim'ora e Beauty mi ha tenuto compagnia, sdraiata sul divano tornato in suo possesso dopo la partenza di Bijou.
Sono solo parole ma c'azzeccano sempre...
lo dice la giovane mamma come l'anziana, il giovane e l'attempato che fa finta di non tenerci e poi si lascia convincere... tanto che costa?
Poi si mettono in comune le voci e i contenuti, e si apprezza il rassicurante "essere l'uno per l'Altro", fatto di poco, a volte pure di niente. Un piccolo "universo" dove ogni elemento ha il suo "perché".
Aiutare Chi sta vivendo la stessa esperienza... fa star bene tutti. Chi torna alla Sua quotidianità, ricaricato da riscontri positivi e maggiore consapevolezza, e Chi trova conforto nella solitudine della Sua malattia.
Quest'ultima settimana è stata pesante perché sono mancata dal reparto. Ferie?! Il Cuore non ci va mai in ferie.
E vorrei capire perchè, se qualche giorno sono lontana, trovo più difficile proseguire per la mia strada. Mi muovo a rilento, sono stanca... quasi sentissi tutta sulle spalle, la fatica di questo tratto di via.
Eppure so bene che ogni tanto devo starmene per conto mio, nella realtà che mi appartiene per poter meglio porgere me stessa, con la serenità giusta e il sorriso sincero. Non è gran cosa, niente di preparato, studiato... è solamente il desiderio di riuscire almeno per un po' a non far pensare. Essere l'occasione, lo stimolo e, in quanto persona, una sorta di "promoter" del "vivi qui e ora" senza pensare a "ieri" o preoccuparsi del "domani". Ecco... se c'è una cosa che studio è proprio questa e cerco di farne un "programma", anche se facile non è, perchè non si conosce Chi s'incontrerà, e in quali condizioni.
Non c'è niente di più difficile e complesso dell'animo umano, lo sanno bene gli psicologi che vi approcciano sempre con le dovute cautele, mettendo in conto più di un tentativo. Per carità... io non ci penso affatto, ho già le mie non poche difficoltà nel capire me stessa!
E allora? Allora, io vado, seguo il Cuore e un pizzico di buonsenso, animata dalla consapevolezza che in quei duri momenti la paura più grande è di essere "archiviati" prima del tempo, cause perse, "pratiche" da sbrigare ma senza fretta.
Questo lo so bene, all'epoca Dio solo sa quante volte c'ho pensato e pianto.
Così... io vado, parlo d'altro e quando non si può cerco aiuto all'ironia, se è il caso sdrammatizzo, ma soprattutto ascolto. 
Cerco di stabilire un "contatto", simile alla mano che si porge al "compagno di cordata" per poter risalire... ove l'uno è debole, l'altro "tira su" e insieme si va per non cadere o addirittura precipitare.
Procedo cauta, molto cauta, ed ogni "passo felice" diventa gioiosa conquista.

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