mercoledì 14 agosto 2019

DI UNA STAGIONE CHE FLUISCE


Con la strana sensazione che quest'anno l'estate mi scivoli addosso in modo precipitoso, pur fluendo lentamente.
Sono trascorsi quaranta giorni da quando mi sono resa conto che sarebbe stata una stagione diversa nel suo solito. Una cagnolina in più a casa, e la speranza che la gratitudine pagasse il prezzo simbolico al dare tutto per scontato. In parte è stato così, poi ci siamo persi per strada, un po' di chiacchiere inutili e le stucchevoli incomprensioni. Siamo fatti Tutti in un certo modo, una "quadratura del cerchio" è a scadenza, e del resto Chi nasce tondo non muore quadro.
Le solite frasi fatte...
Va bene, non le ripeterò tanto il concetto è chiaro, e per stasera la speranza è vana.
Mi guardo dentro e mi noto "moltiplicata", al centro quella che sento di essere e intorno ciò che divento soprattutto quando mi confronto in modo più o meno vivace con Chi mi appartiene, conosce le mie fragilità, sa ogni cosa di me. Questa poliedricità irregolare non mi piace. Vorrei mostrare solo il lato migliore, e poi usufruirne per il bene, la serenità...
Non perdere le opportunità di dimostrarsi affetto, non lasciar fluire il tempo senza accorgersene.
Gli attimi si trattengono con la gratitudine, perché ciò che si perde non torna più indietro. Facciamo in modo da non aver rimpianti, potremmo avere il desiderio di una carezza, darla o riceverla è indifferente, e non averne la possibilità.
Non si può arrivare in Cielo a toccare una nuvola, né inseguire il vento, sarebbero quindi solo lacrime e pioggia confuse insieme.

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