sabato 9 febbraio 2019

ORA NON CANCELLO PIU'


Fino a qualche minuto fa ero poco convinta. Molti spunti di riflessione ma pure tanta stanchezza sulle spalle, qualche nuvola nel mio cielo.
Che cosa scrivere? Non voglio farlo per una sorta di dovere o abitudine, e poi cancellare come un tempo, oggi scrivo quasi senza pause, a volte dimentico persino le virgole per non perdere il filo... no, ora non è più da me.
Mi soffermo a pensare, tra qualche mese saranno nove anni... tanta strada fatta e ancora ne voglio, nonostante le spalle stanche. Poi mi guardo intorno nella stanza dove ho tutte le mie cose, libri e appunti, riviste e dispense... per me tutta la ricchezza che c'è, finalmente grande ed appagante, il tassello che mancava alla vita come l'avrei intesa. Su un ripiano della piccola libreria, il noto diario dove tutto cominciò ad essere scritto per scaricare la tensione e perché di me qualcosa restasse nel caso non dovessi esserci più. Lo prendo, e comincio a sfogliarlo. Note frettolose e cancellature marcate, qualche parola sbiadita su un angolo di pagina accartocciato dopo una lacrima furtiva, tanti resti di fogli con indirizzi e numeri telefonici. Una cartolina fa da segnalibro in un punto preciso, tre pensieri quasi in successione...
Niente avviene per caso. La mia luna di miele con il sintomo. Voglio recuperare il tempo perduto.
Potrebbero insieme essere la sintesi di una storia, la mia come quella di molte altre.
Recuperare il tempo perduto... già, la cosa è andata da sé, la mia volontà ha avuto poco peso all'inizio, oggi al contrario è grande, e forte è pure la determinazione. E tutto si svolge con ordine perché io possa esserne sempre più consapevole.
Dopo l'impegno, torno a casa, preparo il pranzo, e penso, riordino le idee. Mi succede poi di provare una lieve dolenzia, come quando ero in trattamento. In silenzio ripasso i volti, le parole fatte di turbamenti e speranze. Mi convinco del perché ci sono ancora, e visto che non sono diversa dagli Altri, solo con il privilegio di non esserci esclusivamente per me stessa.
La dolenzia così passa, come rapida nube d'estate, lasciando il "mio cielo" terso e azzurro.
La realtà comune è solo una minima parte della mia vita. Il resto è tutto racchiuso nel mio impegno a vivere davvero.

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