mercoledì 13 febbraio 2019

ACCOGLIENZA E RISPETTO



Si conclude la XXVII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO. Che cosa ancora resterà per quest'anno?
La probabile scontata gratitudine per la guarigione, perché si possa continuare a sperare, e poi la gratitudine da rendere agli Altri in dono.
Una Celebrazione eucaristica che ha molto coinvolto l'assemblea già piuttosto motivata, un'omelia che ha preso Tutti, chiara e lineare e dai tocchi commoventi.
L'ospedale è un santuario, dove non sono le figure e le statue a cui inginocchiarsi ma la carne viva di Gesù Cristo nei malati. Chi li cura dovrà vederci questo ed approcciare a Loro con la delicata tenerezza di Maria, madre Santa, al momento della deposizione del Figlio dalla Croce.
In ospedale come in un santuario non si entra per occupare il tempo né per strumentalizzazione o profitto ma per portare consolazione e ristoro. Non parole ma ascolto. E opportuno sarà il "volto" accogliente e sereno, importante il "rispetto" dei silenzi e del rifiuto, determinante la capacità di "accogliere le lacrime", accettarle senza indagare, perché esprimono non solo il dolore fisico ma anche quello dell'animo. L'uomo preso nella Sua totalità dalla sofferenza, e così tanto simile a Cristo sulla Croce.
È un peccato che non siano Tutti propensi ad accettarlo quando soffrono, Gesù si farebbe carico di altro fardello e il dolore peserebbe meno e maggiore sarebbe il conforto.
Prima della Santa Messa, la Madonnina era passata in processione per le corsie dei reparti, accolta con devozione e speranza.
Non andare via, non ci abbandonare... aveva esclamato qualcuno, Altri avrebbero abbracciato quella fragile, piccola statua pur di trattenerla. Alla fine un piccolo miracolo. La richiesta di qualche capo necessario per poter coprirsi... aver conosciuto la ricchezza e poi tanta miseria... e l'immediata risposta.
Non preoccuparti, hai confidato... affidati e fidati. Avrai ciò che ti serve.

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