lunedì 17 gennaio 2011

Una fitta al cuore, una pressione alle tempie, gli occhi velati di lacrime: un dolore profondo. Dopo lo sbigottimento, la reazione: il desiderio di non lasciarti andare. Volevo scrivere di te, per trattenerti: un pensiero, un'emozione, forse un libro. Avevo anche il titolo, "Non si erano ancora spente le luci del presepio", perchè te n'eri andata quasi con le feste, poi mi son fermata, perchè l'intensità del dolore e il coinvolgimento mi avrebbero fatta cadere nella retorica guastando il ricordo di te, e questo non lo meritavi. "Col tempo lo farò", mi dissi, poi una nostalgia malinconica mi prese e ogni giorno è diventato una pagina di quel libro che non scrissi. In questi ultimi mesi, i più difficili per me, ti ho sentita sempre accanto: mi hai tenuto la mano, mi hai sgridato, hai asciugato le mie lacrime. Sei stata la mamma di sempre. Ma come mi sei mancata! Oggi, dopo sei anni, nella stessa giornata di domenica, proprio come allora, ci siamo ritrovati tutti a pregare per te e con te, sicuri, e Dio ci perdoni questo pizzico di arrogante presunzione, che un posto Lassù te lo sei già meritato con la sofferenza qua sulla terra. Sei quell'"Angelo di pace" che è volato in cielo ma ha lasciato quaggiù tutte le cose belle che ha fatto, tante, che non la faranno mai dimenticare e renderanno sempre viva la sua presenza tra di noi.
"Col tempo lo farò" avevo detto, e ora mi accorgo che senza averne esplicita intenzione ho scritto di te, dopo sei anni... E' che il mio cuore ti ha voluto di nuovo qui e tu lo sai il perchè. Adesso tornerai nel mio ricordo ma sempre con me, della mia vita modello che non vorrò mai deludere.

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