martedì 11 gennaio 2011

 Uno di questi giorni lo toglierò quell'iceberg dal freezer, quando ne avrò voglia e senza pensarci prima, perchè a cosa serve programmare se l'imprevedibile è dietro la porta? E anche in quell'occasione avevo sbagliato; ero partita tutta spavalda, certa che la seconda volta sarebbe stata come la prima se non meglio, avevo programmato ogni cosa, persino il pranzo giusto tre giorni prima, mi sentivo sicura di poter gestire la situazione, e poi... ero finita miseramente in lacrime, pienamente consapevole della mia pochezza. Mi vergognai tanto. "Ma' non piangere, dai. Fra un po' starai meglio. Calmati." A quel punto però mi cessò la salivazione ed io giunsi al culmine del malessere.Come ad un terremoto sottomarino può far seguito uno tsunami, dalla violenza prevedibile fino ad un certo punto, paurosa ed inevitabile, così dopo due ore di forte disagio mai provato prima sopraggiunse il vomito. Valeria aveva appena portato dal bagno una bacinella ma ... forse è meglio non soffermarsi su quello che successe dopo; basterà dire che in pochi minuti mia figlia si trovò a sconfessare ciò che aveva detto proprio quella mattina con tanta sicurezza. E altro non aggiungo.
A differenza di una comune indigestione non stetti subito meglio, anzi, seguì un profondo abbattimento e scoramento, le lacrime scendevano questa volta silenziose."Mamma, pensa, se tu stai ora così male, chissà come se la vede brutta il tumore!" E dicendo questo, Valeria fece una buffa smorfia, ed io risi. Eh già, tutta quella mia sofferenza era per "bastonare" quel brutto, odioso "bozzo" che da troppo tempo mi aveva tolto fame e sonno, gioia e sorriso: per motivarmi ancora non lo dovevo mai dimenticare.

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