sabato 22 gennaio 2011

Mi chiedo a volte che cosa sia che mi spinga a voler condividere ogni cosa, esperienza, emozione, gioia o anche semplicemente "un cioccolatino" con tutti quelli che ora costituiscono " il mio mondo". Ho rubato quest'espressione ad Azzurra perchè mi piace molto e rende bene il pensiero di chi vive un post-tumore: il desiderio di crearsi un nido, un riparo dove sentirsi al sicuro, capito e protetto. Ho chiesto oggi a Marta: "Ma sarò normale?" E lei mi ha risposto con un cenno di assenso. E' certo comunque che io mi sento bene, molto bene quando seguo questo impulso del mio cuore. Ed è così che ieri mi sono rivista con Rosa che faceva una TAC di controllo, ho voluto raggiungerla, facevo il "tifo" per lei e volevo che lo sentisse con la mia presenza. "Ti ho portato una cosa, ce l'ho anch'io a casa: è un simbolo." E mi ha dato in dono una tartaruga, un simbolo ma anche un messaggio: un animale in grado di proteggersi da ogni attacco esterno che rappresenta una forza nascosta, la forza che abbiamo scoperto di avere tutte noi, con Rosa, Azzurra, Rita, Anna, Elisa, Angela e tante altre ancora, compresa Pasqualina che ho incontrato oggi in ospedale mentre faceva la terapia, una donna di  66 anni, semplice e genuina come la buona terra. Sorrideva e non si lamentava, anzi ringraziava Dio perchè non aveva grossi disturbi a causa della chemio, poi però ha fatto un'affermazione un po' forte: "Se Dio ci vuole bene ci fa campa', se ci vuole male ci fa mori'." No, Pasqualina, i mali non sono una punizione, nascono per l'eterno conflitto tra il bene e il male e noi ne siamo vittime inconsapevoli. Dio che è sommo bene non può volerci male e nel dolore ci è vicino e ci sostiene, comunque vada, è e resterà Padre. Senza paura, poi, va considerata la morte come naturale conclusione della vita: nascita e morte, alfa e omega dell'esistenza.

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