giovedì 25 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.69) (Pensando "alla grande")

Che cosa vuoi fare da grande?
È la domanda solita che si fa ai bambini, io ai miei figli lo chiedevo periodicamente, quasi per testarne l'evoluzione.
Tediosamente e scioccamente, dico ora, primo, perché non avendo possibilità di larga scelta per scarsa conoscenza, le risposte erano sempre le stesse, secondo... a lungo andare presero a rispondere con un'altra domanda...
Che cosa vuoi fare da grande?
Seguiva...
Che si mangia oggi?
Eppure una volta mio figlio a cinque anni rispose...
Niente!... non voglio fare niente.
Mi prese l'ansia, e restai basita.
Compresi, riflettendo, che poteva essere l'unica risposta possibile a quell'età, quindi non chiesi più.
L'essere umano è in continuo divenire nella realizzazione piena di se stesso, un bambino che si affaccia alla vita non potrà rispondere che per sentito dire, fino a quando sentirà in sé che non ha risposta, ma da sé dovrà cercarla nel tempo.
Quando ero piccolissima mi chiedevano... che cosa vuoi fare da grande?
La mamma.
Perché era il mio unico modello di vita.
Stessa domanda quando frequentavo le elementari, e la risposta era...
La maestra.
Gli anni passavano e continuai ad interrogarmi...
La prof, la dott.ssa... ecc. ecc.
Sono mamma e nulla più, e fui inquieta ed ebbi rimpianti, poi all'improvviso qualcosa cambiò, e diventai "artigiana della mia vita".
Un mestiere che non prevede pensionamento, perché non si smette mai di plasmarsi, amare, cambiare per sentirsi sempre pienamente se stessi.
"Non possiamo fare grandi cose nella vita, ma possiamo fare piccole cose con grande amore"
- Madre Teresa -
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