venerdì 26 febbraio 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.43) ("Promemoria" per non perdere il filo)

Ogni tanto un input a rinfrescare la memoria ci sta, per far sì che nulla sia per scontato e nuovi stimoli diano impulso ad un'attività sempre più importante.
"Sognai, e vidi che la vita è gioia; mi destai, e vidi che la vita è servizio. Servii, e vidi che nel servire c’è gioia"
- Rabindranath Tagore -
Per scelta o per caso, o ancora perché la Vita volle farci un regalo, un bel giorno ci ritroviamo come volontari in un reparto di Oncologia. È un impegno davvero serio.
Molteplici saranno le caratteristiche del volontario in oncologia.
Serio, maturo ed equilibrato. Sensibile e solidale. Responsabile, saprà non risparmiarsi. Formato adeguatamente, con mente aperta ed accogliente e mai giudicante. Appassionato, collaborativo, paziente. Discreto ed umile, consapevole di sé e con il controllo delle proprie emozioni. Ma soprattutto capace di "ascolto empatico", ovvero di mettersi nei panni dell'altro condividendo i vissuti e la percezione emotiva.
Gratuitamente dona una parte del Suo tempo e delle energie per migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici, e con amore e dedizione contribuisce alla realizzazione di un mirabile progetto in un ambito associativo.
Costante... soprattutto questo deve essere il volontario in campo oncologico. Perché diventa un riferimento, sia per i pazienti che per l'associazione d'appartenenza. Si deve avere la certezza di poter contarci sempre.
Da tutto questo si evince che non si può fare i volontari se prima non lo si è dentro, davvero e completamente.
È un compito difficile, a volte gravoso che può mettere in crisi con se stessi.
Non è una carica onorifica né un "tappabuchi" tra lavoro e casa.
Non c'è remunerazione perché l'Amore incondizionato non ha prezzo.

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