domenica 21 febbraio 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.38) (Cercando di capirne di più)


In quest'ultimo periodo mi sono sentita sballottata, confusa e in ultimo pure consapevole della precarietà di ogni cosa e soprattutto del tempo.
L'ho notato quando ascoltando i più giovani fare progetti a dieci, vent'anni, ho fatto i miei calcoli e il risultato mi ha posto un limite, già... perché senza perdere l'ottimismo a vederla alla lunga con gli stessi numeri, sarà già molto esserci.
Ma quanto tempo ho perso, e non ho gustato il "momento presente"?
Riflessione un po' amara che non trova risposta, e probabilmente non scaturisce neppure da un bisogno del passato, perché prima ero "una" e adesso sono "un'altra", questa non esclude la prima, e la (con)fusione continua nell'evoluzione.
"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere"
- Thomas More -
Una fragilità o limite? Si evince da quel che si è detto.
Il Dubbio.
Dubitare sempre, di ciò che appare di sé all'esterno, della forza e del coraggio che a tratti sono e poi non sono, persino della propria Fede, solo perché non segue canoni consueti.
Dubitare dell'autenticità dei sentimenti altrui, dei consensi come delle critiche cosiddette costruttive.
Poi tirare i remi in barca ai lidi del "Qui e Ora", e rendersi conto che tutto va come deve, e si può solo "assecondare" eventi e persone mantenendo il lucido distacco della "comprensione". Non è rassegnarsi, ma adeguarsi ai cambiamenti.
Resto quindi quel che sono, ferma all' "Adesso", indietro non si può... e il futuro?
Ci penserò domani, non prossimo venturo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante natura

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