lunedì 30 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.24) (Il "rifugio")




"Non c'è peggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria..."
Canto V dell'Inferno.
In questi giorni parole che risuonano dentro, quando penso che solo un paio di mesi fa la normalità era diversa, spesso giudicata noiosa e stressante, ed ora ricordata come un'oasi felice.
Bisogna superare la criticità del momento, si resta a casa, e si cerca di farlo in modo indolore, pasticciando e cucinando perché si sa, la creatività comporta amore, e l'amore aiuta. Si legge e si scrive, perché si sa, mettere su carta le proprie emozioni significa riproporle a se stessi "sminuzzate" e quindi "più digeribili", soprattutto quelle negative. E poi ci sono le piante sul balcone e i cassetti da riordinare, e cose infinite cose da fare, ma distrarsi non equivale a rimuovere, e perciò... ricominciamo.
Si ricomincia coi buoni propositi ogni giorno nella normalità di una quarantena.
Oggi mi sono giunte da più gruppi su WhatsApp vecchie foto, rivederle in ordine sparso mi ha ricordato quando cercavo di sistemare gli album di famiglia. Cercavo, perché non lo facevo volentieri, mi rattristava e quindi non portavo mai a termine l'impresa. Ed è ancora così per me, anche peggio.
Non amo molto rivedere fotografie datate, dove non sono raffigurati solo scorci ed ambienti ma pure persone. Ora poi con quello che stiamo vivendo...
Immagino qualcosa di diverso, preferisco pensare ad una foto immensa, l'insieme di "scatti" futuri... una sorta di puzzle della Vita che sarà.
Sarebbe molto meglio. I ricordi ben stretti in un pugno, alcun rimpianto o nostalgia, e solo un'unica speranza.

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