venerdì 6 marzo 2020

DALLA PREGHIERA...





Una cosa che detesto ma proprio tanto è servirsi della messaggistica social per le "catene", hanno il potere di banalizzare ogni comunicazione, in questo periodo poi, alimentano l'ansia anche se sono... diciamo così... a fin di bene. E ne arrivano di ogni tipo, e quasi sempre in contemporanea, e poiché virali assai contagiose.
Sorvoliamo sul genere normale, è sufficiente non aprire il messaggio, anzi si può cancellare immediatamente, ma quando arriva un "invito a pregare a catena" come si fa? Io non accolgo l'invito perché è a catena, ma poi mi viene una sorta di magone, disagio, mi sento "credente part time", è giusto sia così?
Uhh, quante storie... mi pare di sentire... è un tuo problema, tienitelo e non scocciare.
Mica fa male pregare una, due, tre volte in più, e in compagnia, vicini o da lontano? Sicuro, non fa male. Ci mancherebbe.
Pregare è fondamentale per Chi si dice "cattolico". La fede cattolica è "cristiana" e necessariamente "mariana". Io sono cattolica, e professare la mia fede è recitare il Santo Rosario tutte le volte che ne sento l'esigenza... e non sono poche o rare... e proclamare il "Padre Nostro", la mia preghiera preferita. Per questo, è vero un Santo Rosario fa sempre bene, come preghiera d'abbandono e lode, ma appunto... sempre.
Tutto molto intimo per me. Un abbraccio mio con Dio.
Quando durante la malattia non riuscivo a recitare completamente il Padre Nostro, ebbi paura perché pensavo di non credere più. Invece, l'ho capito dopo, credevo a tal punto da "abbandonarmi" in piena fiducia. Fosse andata anche male, ero sicura, non avrei sofferto e poi... poi non sarebbe finita là dove era cominciata.
Questa convinzione mi fece recuperare la serenità, un senso "quasi" di onnipotenza che mai rasentò il delirio, perché... lo sapevo... non era tutto merito mio. La forza non era la mia, come pure la facoltà di decidere i tempi. In seguito è andata come è andata, ed io naturalmente ne sono stata felice. Lo sono ancora, ed ogni giorno vissuto non per me sola, è diventato così un'espressione di "gioia" per ringraziare. Credo che la preghiera di sole parole non abbia la forte valenza di opere fatte con Cuore sincero. È Pregare anche questo, ed è grande perché non stacchi mai ed ogni luogo è buono, e quando sei per gli Altri, Dio è sempre al centro come "motore" e "oggetto d'Amore".
Vai, nel modo più semplice che puoi, senza mai brancolare nel buio.
Una cosa che detesto ma proprio tanto è servirsi della messaggistica social per le "catene", hanno il potere di banalizzare ogni comunicazione, in questo periodo poi, alimentano l'ansia anche se sono... diciamo così... a fin di bene. E ne arrivano di ogni tipo, e quasi sempre in contemporanea, e poiché virali assai contagiose.
Sorvoliamo sul genere normale, è sufficiente non aprire il messaggio, anzi si può cancellare immediatamente, ma quando arriva un "invito a pregare a catena" come si fa? Io non accolgo l'invito perché è a catena, ma poi mi viene una sorta di magone, disagio, mi sento "credente part time", è giusto sia così?
Uhh, quante storie... mi pare di sentire... è un tuo problema, tienitelo e non scocciare.
Mica fa male pregare una, due, tre volte in più, e in compagnia, vicini o da lontano? Sicuro, non fa male. Ci mancherebbe.
Pregare è fondamentale per Chi si dice "cattolico". La fede cattolica è "cristiana" e necessariamente "mariana". Io sono cattolica, e professare la mia fede è recitare il Santo Rosario tutte le volte che ne sento l'esigenza... e non sono poche o rare... e proclamare il "Padre Nostro", la mia preghiera preferita. Per questo, è vero un Santo Rosario fa sempre bene, come preghiera d'abbandono e lode, ma appunto... sempre.
Tutto molto intimo per me. Un abbraccio mio con Dio.
Quando durante la malattia non riuscivo a recitare completamente il Padre Nostro, ebbi paura perché pensavo di non credere più. Invece, l'ho capito dopo, credevo a tal punto da "abbandonarmi" in piena fiducia. Fosse andata anche male, ero sicura, non avrei sofferto e poi... poi non sarebbe finita là dove era cominciata.
Questa convinzione mi fece recuperare la serenità, un senso "quasi" di onnipotenza che mai rasentò il delirio, perché... lo sapevo... non era tutto merito mio. La forza non era la mia, come pure la facoltà di decidere i tempi. In seguito è andata come è andata, ed io naturalmente ne sono stata felice. Lo sono ancora, ed ogni giorno vissuto non per me sola, è diventato così un'espressione di "gioia" per ringraziare. Credo che la preghiera di sole parole non abbia la forte valenza di opere fatte con Cuore sincero. È Pregare anche questo, ed è grande perché non stacchi mai ed ogni luogo è buono, e quando sei per gli Altri, Dio è sempre al centro come "motore" e "oggetto d'Amore".
Vai, nel modo più semplice che puoi, senza mai brancolare nel buio.

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