lunedì 25 marzo 2019

TROVAI I MIEI LIMITI MA NON I MIEI CONFINI (Taras Mithrandir)



Un'esperienza estrema se da una parte rende forti, dall'altra fa la sensibilità sottile come carta velina, colorata pare resistente ma sbiadita per logorio è facile si lasci andare. E c'è l'usura dei rapporti e lo strappo nei sentimenti, scatti involontari d'ira e il vuoto dentro. Proprio così, alla ripresa ci si sente completamente svuotati.
Gli alti e bassi di un'emotività delicata ma in fondo più preziosa.
Nell'angolo più protetto del mio balcone, al riparo dalle intemperie e in penombra, sosta il mio olmo cinese, un tempo bonsai. Oggi lo guardavo con occhio attento, ha messo tante nuove foglie. Su tutti i rami secchi come non era mai successo prima, è tornato il verde che non speravo. Perché fino a qualche mese fa non mi era capitato di vederlo così spoglio e intristito, e dire pure che sono passati sei anni.
Mi fu regalato al mio 60° compleanno, inaspettato dono come augurio di lunga vita, piccolissimo ora è diventato una pianta.
Devi potarlo, mi hanno detto, così resta piccolo ma folto. Io non ho voluto. Simboleggia la mia rinascita? E allora deve poter allungare i suoi rami, arrivare dove nessuno pensa, far vedere quanto ci si può riprendere, pur tra alti e bassi. Proprio come me che non mi pongo limiti, perché dovrà pensarci la vita, un giorno lontano, a porre il suo. Perché al momento ho ancora tanto da fare, scoprire ed imparare.

Nessun commento:

Posta un commento