martedì 26 marzo 2019

L'APPROCCIO AL PAZIENTE ONCOLOGICO (prima parte)




Un viso spaventato spaventa. E' affermazione inconfutabile, per questo è importante conoscere il linguaggio corporeo legato alla paura. Conoscendolo, si riuscirebbe a intercettare la paura altrui, anche quando non espressa apertamente, e gestire il proprio atteggiamento per rassicurare.
Il tumore è una patologia che arriva quasi sempre all'improvviso, e cogliendo alla sprovvista tende a minare in primis la mente, sede delle più alte funzioni del cervello, in particolare personalità, memoria, bisogni, credenze ed emozioni. Di questo dovrà tener conto Chi approccia al paziente oncologico.
Interessante è la "Teoria della mente", ovvero lo sviluppo delle capacità di lettura della mente propria e altrui, che porta delle spiegazioni relative ai comportamenti, e addirittura permette di predire le azioni degli Altri facendo riferimento alle loro credenze, ai loro desideri, ai pensieri e alle emozioni.
La Metacognizione indica un tipo di autoriflessività sul fenomeno cognitivo, attuabile grazie alla possibilità di distanziarsi, auto-osservare e riflettere sui propri stati mentali.
Quanto più una persona è consapevole e cosciente di ciò che fa, di come la propria mente lavora, tanto più consegue risultati positivi nelle attività che seguono la consapevolezza delle strategie di pensiero.
La Metacomunicazione è una forma di comunicazione non verbale che, associata al messaggio verbale, ne può rafforzare o contraddire il contenuto. Comporta quindi conoscenza, consapevolezza e controllo dei propri strumenti e delle proprie strategie comunicative, il controllo della propria comprensione con relativi limiti e il perché di questi.
Con i termini "eventi di vita" o "eventi stressanti" si intende indicare quegli avvenimenti che in modo traumatico modificano l'assetto di vita di una persona, richiedendo uno sforzo di adattamento alquanto significativo.
Così verranno presi in considerazione il vissuto, i cambiamenti a causa della malattia e le conseguenze psichiche che ne derivano. La malattia cambia completamente le lenti attraverso cui si guarda il mondo, è luce e allo stesso tempo buio, speranza e allo stesso tempo disperazione.
Le reazioni psicologiche e comportamentali all'evento stressante più comuni sono il senso di solitudine di fronte al "non noto", che si presenta con la vastità del mare infinito, il distacco da quella che fino a poco tempo prima era considerata l'unica realtà, la conseguente rabbia, la paura e l'angoscia, e la sensazione di non poter fare nulla contro un "mostro", una situazione minacciosa più grande di te.
(continua)

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