sabato 9 marzo 2019

IL DOLORE "FLESSIBILE"


E domani, 8 Marzo sarà per me un anniversario difficile, quello della conferma di un dubbio, l'accettazione forzata di un incubo ad occhi aperti, sbarrati per la paura. Sempre così quando ci penso, di nuovo vivo tutto quanto, mi fa male eppure non voglio dimenticare, perché il "cambiamento" cominciò da lì e ancora procede di pari passo con il ricordo.
Ma no, scordalo! Bisogna dimenticare, sennò come vivi?
Ha esclamato una paziente all'ultimo appuntamento con la chemio, sarà stata l'euforia o per tentativo di autoconvincimento, perché si sa... una storia così non è che la cancelli con un colpo di spugna o un battito di ciglia.
Io non ho voluto dimenticare... ho allora replicato... perché c'ho visto un'opportunità, trasformare il dolore in vita.
Ah però, una bella resilienza!
Già... ma più che bella, valida e non solo resilienza, bensì strategia mentale.
Non passa giorno che io non dica a me stessa... fu quel che fu, ansia, angoscia e sofferenza... è quel che è, qualche acciacco, un minimo disagio ma pure serenità... sarà ciò che sarà, e intanto avrò vissuto l'ultimo quarto come mai avrei pensato.
E torno a sfidarlo, e lo guardo negli occhi ogni volta che percepisco da parte sua quasi un "messaggio in codice", forse per intimorirmi... e comunque non gli riesce e continua a perdere colpi, perché dopo nove anni ormai l'idea invecchia, si fa debole ed è l'ombra di se stessa, pure se continuerà a vivere con me.
Il mare non si esaurisce di fronte agli scogli, si fraziona in onde che continuano imperterrite, ricordando sempre perché esiste e proprio per questo non potrà finire.

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