venerdì 2 dicembre 2016

VOLONTARI... SI NASCE O SI DIVENTA?


Oggi, secondo incontro del corso per caregiver. Argomenti trattati... Assistenza Domiciliare, e Volontariato. Interesse generale, informazioni utilissime. Tante cose io stessa non le conoscevo, ed è vero che non si finisce mai di imparare. Però, ora che sono qui a scrivere le mie riflessioni prima di andare, pongo attenzione anche alla luce di ciò che ho ascoltato, e soprattutto una frase, un'espressione mi ha colpito. Un bravo volontario deve avere in buona dote un "surplus di energie e calore umano". Quanto è vero! Ma energie e calore umano si imparano, si acquistano al mercato... o cosa?
E poi, ancora... essere empatici e distaccati. Sembra quasi una contraddizione. Non lo è.
Vaglio questi due punti cardine, e concludo che non si può scegliere di fare il volontario se non ci sei portato, e non solo devi essere incline ma quasi non devi accorgerti di esserlo. Come dire... sei di fronte, accanto a Chi vive un momento difficile e resti Te stesso come se la situazione fosse diversa. Diversamente serena.
Io mi sono trovata per caso nel volontariato. Non scelsi ma fui scelta. Forse dall'alto. Mai avrei pensato di esserne capace, eppure ero stata accanto ai miei suoceri fino alla fine. Questo perché in realtà ero con loro ma nel modo più normale possibile. Donavo il mio tempo per Amore, e stavo bene vedendo la sofferenza ridimensionarsi per i progetti sia pure a breve scadenza che proponevo loro e insieme realizzavamo. Poi, piccole premure e gesti di affetto oltre l'ovvia cura ed assistenza. E non mi è mai pesato. E non essendo propriamente una "santa", devo dedurre che in me c'era la predisposizione ad essere quella che sono. Alla base, non so se posso usare tale espressione... mi piace "ascoltare" e tenermi dentro, fare mio ciò che ascolto. Accollarmi parte del peso che opprime l'Altro, e straordinariamente... a me non pesa. Diventa una sorta di stimolo a trovare strategie e soluzioni, e proporle per vivere un tratto di percorso Insieme. Chiamiamolo... sostegno? Azzardiamo pure. Come un appoggio quando si fa fatica ad andare. Si procederà anche lentamente, ma con la confortante sensazione di essere sicuri di arrivare. Fino in fondo.

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