lunedì 5 dicembre 2016

PER QUEL BAMBINO CHE E'... (di un Natale il ricordo, del ricordo il conforto)


E' un dato di fatto. In ogni adulto, anche il più insospettabile, magari un po' cinico oppure smaliziato con una punta di saccenteria, c'è perché sopravvive, un bambino. Anche senza esserne consapevoli. Ed è una fortuna sia così. Io me ne rendo conto ogni giorno, nel piccolo quotidiano come nei saltuari momenti poco felici. Ad un certo punto mi fermo, e gioco con l'immaginazione e i pensieri, e quando questi sono in fase di "rianimazione" chiedo aiuto ai ricordi e in essi mi rifugio.
Oggi, ad esempio la casa è tornata ad essere deserta. Ogni volta che un figlio parte, all'improvviso non ami più il silenzio e tutto intorno vedi solo il vuoto. Inevitabile diventa cercare di colmarlo. Stasera l'ho fatto con un ricordo. I giorni dell'Avvento di un po' di anni fa...
Una pagina che ho scritto più volte, rimaneggiato e che condivisa in molte occasioni è risultata sempre diversa, con qualcosa in più. Il valore aggiunto del tempo che passa, dimentica le difficoltà del momento e conserva i "tratti" più belli...
IL CALENDARIO DELL'AVVENTO
Nel calendario dell'Avvento le finestrelle si aprono una per volta fino al giorno di Natale.
Quando i miei figli erano bambini, in questo periodo ce n'era sempre uno attaccato alla parete della loro cameretta. Appena in piedi... alternandosi... Vale e Checco si davano un gran da fare per aprire la finestra corrispondente al giorno, poi restavano per un po' a contemplare il soggetto che ne veniva fuori. Un piccolo sole... la luna... una stella, una mela... una pera... un mandarino.
Un anno ne comperai uno con qualcosa in più. Le figure nascoste dietro le persiane non erano solo disegnate, ma veri giochini.
Una bambola, una palla... un trenino... tutti grandi quanto un'unghia di bambino. Si divertivano tanto ad aprire le finestre del calendario, a prendere il giochino e a riporlo nella scatola vuota, tonda e trasparente dei formaggini. Dodici "cosine" a testa, per ognuno un piccolo tesoro.
Ora che sono grandi, il calendario dell'Avvento non lo compero più, e mi manca. Mi manca la trepida ansia dell'attesa, quel qualcosa in più che rende magica la festa.
Però... a ripensarci... poiché per me, sarà per l'età che avanza ogni giorno è quasi una festa, posso immaginarlo un calendarietto, ricrearlo in cuore e pensiero.
Sarebbe uno speciale, dove al posto della neve potrebbe esserci il sole, e aperta ogni finestra, ecco una candelina accesa, una luce viva come simbolo di speranza mai persa. Una dopo l'altra... fino ad arrivare al trionfo della speranza mai disattesa.
Quante ne sarebbero! Certamente più di 24 o 25...
Da aprire tutto l'anno... allora 365...
E poi ricominciare... continuare... e mai terminare.
Perché Natale è sempre nel cuore di chi nutre la Speranza.

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