domenica 11 dicembre 2016

E FINALMENTE...


Ce l'abbiamo fatta, anche per quest'anno avremo il Nostro alberello nell'ingresso. Non molto alto ma tanto luminoso, e pure con due "chicche" nuove. Di quest'ultime dirò dopo, quasi alla fine perché le dolcezze non sono mai le prime altrimenti non sarebbero poi così apprezzate.
Dicevo... finalmente ci siamo riusciti dopo tanto pensare, rinviare, farci prendere dalla pigrizia generale. E' stato un tutt'uno, decidere e addobbare l'albero, e anche se poco convinti l'opera è arrivata a conclusione.
Decisamente stasera mio marito ed io non eravamo in forma. Un po' di discussioni, qualche malumore. Nulla di grave, solo "momentanea sospensione di feeling".
Detesto subire violenza dalle situazioni. Ciò non toglie che non posso impedire che le situazioni si creino e poi siano. Quindi, contrariata pur le vivo e mi reggo e mi appresto anche ad affrontare l'eventuale "onda d'urto".
Sono sempre offerte della Vita... e ci tocca l'onore e l'onere di sfruttarle, reinvestirle e trarne guadagno. Per quanto mi riguarda, ho imparato a riciclarle come strategie per evitare tonfi clamorosi o almeno attutiti dal saggio "voltare pagina" al momento giusto.
Stasera questo ho fatto, dopo aver portato a termine l'opera sono andata in chiesa anticipando la Messa domenicale, avendo archiviato metà del giorno in cui mi aspettavo ciò che non è arrivato, ed è arrivato invece ciò che non mi aspettavo. Il tutto completato dal gran da fare del fine settimana e dei prossimi giorni densi di impegni.
A un certo punto ho detto, basta e sono andata.
Mi ha accolto il canto iniziale della celebrazione... Terza Domenica di Avvento, dell'attesa il momento di gioia. Ed è stata subito pace in me.
A lato dell'altare, la statua dell'Immacolata, lo sguardo è andato lì... ed è quiete come dopo forte mareggiata. Continuo ad esserci e sentirmi presa. Ascolto, ma confesso che i pensieri ogni tanto fuggono via, non vanno tanto lontano solo a ritroso... al Natale dei miei anni passati. Davvero tanti, a partire dai ricordi di bambina, e sono nenie e bambinelli scheggiati dal tempo, sfere di vetro soffiato e alberi sbilenchi e scheletriti, fagioli e scorze di frutta secca su cartelle scolorite della tombola. E poi i profumi... tanti, di garofano e cannella, vino cotto e vaniglia, mandorle e cioccolato.
Rileggo e sembra solo un elenco. Non è così, ogni parola è come fosse l'incipit di una piccola storia, un periodo vissuto con le emozioni proprie decontestualizzate e non. Nell'insieme una "meraviglia" da sfogliare, mentre mi accorgo di amare la sensazione del tempo che scorre. E per un po' è come non dovesse fermarsi mai...
Si avvicendano le stagioni e ne percepisco le peculiarità, passano le feste e lasciano colori e profumi... ed Io sono qui, ad andare col tempo e nel tempo.
Anche se un giorno ci sarà... non finirà quello che provo, l'ho condiviso... qualcuno ricorderà.
Mi piace questo pensiero.
Esco dalla chiesa, mio marito mi viene incontro. Fa freddo stasera. Quest'anno Natale arriva come Dio comanda.
Torniamo a casa, parlando tranquillamente. Si torna come prima. Quella pace giunta da dove non si pensa ha sempre un potere magicamente benefico.
Accendo le luci dell'albero. E le "due figurine" nate da poco in quella piccola realtà sembrano sorridere. Come i miei bambini tanti anni fa, con gli occhi sbarrati e sognanti di fronte ad un albero per loro sempre "gigante".

2 commenti:

  1. fatto l'albero, mi sembra la casa abbia più calore, ed anche maggior personalità...
    e poi è l'unico modo per sentirmi bambina

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  2. Non l'ho fatto Mary. La voglia è sempre poca.... Buon inizio di settimana a Te, che ci dai tanto. Ale

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