sabato 3 dicembre 2016

SEMPRE IN AFFANNO


Così pare all'esterno, a Chi non comprende perché non può, che è un affanno che non blocca il respiro ma lo alimenta.
Faccio le mie cose con solerzia, cerco di non trascurare l'indispensabile, eppure... arrivo sempre di corsa e in ritardo.
Tanto non devi mica timbrare il cartellino... dice a volte, forse con una punta di stizza e pure di gelosia, la persona che mi vive accanto.
No... però so che cosa perdo. Come se mi fosse dato un capitale da investire, e ne perdessi gli spiccioli in spese inutili ed inadeguate.
E' logico che io sia sempre in affanno. Vorrei concentrarmi maggiormente in quel che faccio, non distogliere lo sguardo da Chi cerca il mio, non troncare mai discorsi già così faticosamente cominciati. Ma poi... la "melodiosa suoneria" proveniente dalla tasca del camice mi richiama all'ordine, e torno ai "fatti della vita normale", come mio marito ama definire le incombenze domestiche di ogni tipo. Perché tutto quello lasciato alle spalle che cos'è? Non è forse vita normale?
Io la definirei... trasparente, così filtrata dal dolore, a volte mascherato più spesso sofferto, ironicamente o in silenzio vissuto.
Come quella di un Amico rivisto stamane, che per ingannare il tempo in attesa che arrivasse il farmaco e non prendersela troppo, ha raccontato di sé per l'ennesima volta ma con qualche nota nuova e completamente diversa. Nessuno l'avrebbe notato, io... si, perché difetto di "cattiva memoria". Non gli ho detto nulla, l'ho ascoltato. Lui alla fine ha concluso, indicando la mente... hai visto come funziona la "cabina"?
Perfetta... ho replicato... tutti i fili ben collegati. E saldi.
Mi ha guardato. Gli ho sorriso. E' esploso in una fragorosa risata.
Mentre la melodiosa suoneria mi vibrava in tasca. Sempre in affanno.

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