mercoledì 11 maggio 2016

UNA STORIA A PIU' PROTAGONISTI (prima parte)



Una mamma e Suo figlio. Una figlia che è anche mamma.
L'Amica ospitata... e me. Già, mi ci metto anch'io, perché oggi è stato uno di quei giorni "famosi" senza parole e con due lacrime "appese".
Mi chiedo quale sarà stato il messaggio da interpretare. Tante false variabili, troppe le coincidenze.
E poi, guarda caso... non avevo preso a fare il giro delle stanze come al mio solito. Non dal fondo. Una sosta a metà del corridoio, giusto per incontrare una "semplice mamma" dagli occhi cerulei e un figlio dai "buoni sentimenti di una volta", col dono di saper dipingere, una grande serenità e la forza di... dare forza.
Devi sapere... mi ha detto quella mamma... mio figlio non ha lavoro, si arrangia coi pennelli e coi colori. Fa quadri su commissione, ispirandosi dalle fotografie. Poco fa eravamo insieme nello studio del dottore, e senza che io ne sapessi niente, si è offerto per realizzare un dipinto e regalarglielo.
Ma... il soggetto? Che cosa avrebbe gradito per quelle pareti scarne e bianche?
Al momento c'era solo un'immagine quasi astratta di un circo. Il dottore con slancio ed entusiasmo allora ha esclamato... fammi il quadro di questo!
E il giovane uomo e grande ragazzo aveva acconsentito, e non vedeva l'ora di cominciare. Con la foto sul telefonino, la gioia di fare qualcosa per Chi stava curando la Sua mamma. Gratitudine e segreta speranza di un occhio di riguardo, ché tutto andasse bene, anzi meglio. Ché finisse prima quel tormento per la mamma, già provata dalla vita. Divorziata, abbandonata, che si era rimboccata le maniche per tirare avanti.
Ma devi sapere... ha aggiunto quella mamma... sono stata molto fortunata, ho due figli bravi assai. Lui solo però vive con me, ha imparato persino a farmi le punture nella gamba e non mi lascia mai.
E mentre Lei era intenta a parlare, Lui dava un'occhiata alle flebo nella stanza, e si dava da fare coi campanelli. Ed era sempre sorridente.
Sai, con mio figlio accanto, riesco a sopportare pure gli sguardi delle persone che credono di vedermi triste. Dicono... non ti abbattere, tu sei già stata sfortunata...fallo per lui, per i Tuoi figli.
Hai voglia a dire... ma chi è triste? Io sto bene perché i primi a non essere tristi sono proprio Loro. I miei figli.
(continua...)
"Siamo nati per essere veri, non perfetti"

1 commento:

  1. Cara Mary, sono passato per lasciarti un mio saluto, e dirti che non mi vedrai fino che non ritorno dall'adunata di noi alpini a Asti, dunque a^ha risentirci ha metà della prossima settimana.
    Tomaso

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